«Ti ammazzo»: minacciato il reporter del "caso mufloni"
Il fotografo del Tirreno documentava lo sbarco degli animali scampati agli abbattimenti: «Il conducente del mezzo mi ha aggredito». Intervengono i carabinieri, la solidarietà dell'Ast
PORTO SANTO STEFANO. «Il conducente del camion che trasportava mufloni mi ha minacciato con un bastone».
Lo ha denunciato ai carabinieri Enzo Russo, fotografo per Il Tirreno, incaricato domenica di seguire la notizia del trasferimento di sei mufloni dall’Isola del Giglio: è recente, del resto, la firma di un accordo tra Parco dell’Arcipelago Toscano, Lav e Wwf con cui sono stati sospesi gli abbattimenti dei mufloni gigliesi mentre continuano le catture finalizzate al trasferimento delle pecore selvatiche in rifugi al di fuori dell’isola, trasferimento realizzati grazie a un precedente accordo stipulato con il Parco dall'associazione Irriducibili Liberazione animale, che già negli anni passati aveva iniziato a trasferire alcuni esemplari dalle isole dell'arcipelago al Crasm, Centro Recupero animali selvatici della Maremma, di Semproniano.
Domenica sei esemplari di mufloni sono stati condotti su di un camion che è stato imbarcato sul traghetto che nel primo pomeriggio ha lasciato il Giglio con destinazione Porto Santo Stefano; giunto il traghetto all’approdo argentarino, il camion ha imboccato la direzione di Orbetello: i mufloni, del resto, erano attesi al Crasm di Semproniano.
Russo si era presentato al porto di arrivo e aveva individuato il camion che poi si sarebbe diretto al centro di Semproniano; qui il fotografo ha chiesto se fosse possibile fotografare anche l’interno del mezzo, dal momento che dall’esterno gli esemplari non erano visibili. Il conducente non aveva acconsentito, aveva poi fatto alcune manovre nel piazzale di sbarco, fermandosi quindi accanto a Russo. «Il conducente è sceso dal mezzo e mi è venuto incontro brandendo un bastone di legno con un laccetto marrone legato al polso», ha scritto il nostro fotografo nella querela presentata ieri mattina ai carabinieri della stazione di Fonteblanda.
E l’autista avrebbe poi aggiunto frasi offensive. Ma anche minacce: «Ti ammazzo». A nulla sarebbe servito obiettare che lui era lì per esercitare un legittimo diritto di cronaca garantito dalla Costituzione. Due testimoni, uno dei quali ben conosciuto da Russo, hanno assistito all’episodio. Il fotografo ha subito contattato i carabinieri che erano presenti in zona, a loro uno dei testimoni ha confermato la dinamica di quanto era appena accaduto. Successivamente, nel giro di poco e a breve distanza, i carabinieri hanno fermato e identificato il conducente del mezzo, di cui era stata fornita la targa. Dei vari momenti dell’accaduto (l’episodio si è svolto intorno alle 16) Russo ha anche fornito alcune fotografie, sia quelle scattate da lui, sia quelle scattate da altre persone.
Ad Enzo Russo ha espresso solidarietà l'Associazione stampa toscana: «Quanto avvenuto al fotografo Enzo Russo è grave, l’ennesimo episodio di minacce nei confronti di un cronista che stava svolgendo il proprio lavoro» dichiara in una nota il presidente Giampaolo Marchini. «L’Ordine dei giornalisti esprime piena solidarietà ad Enzo Russo – ha aggiunto Marchini – Ci auguriamo che le forze dell’Ordine possano fare presto chiarezza su quanto avvenuto, a tutela dei giornalisti e del diritto di cronaca».
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