Il Tirreno

Grosseto

Lamioni: «Riapriamo prima del 4 maggio»

Enrico Pizzi
Lamioni: «Riapriamo prima del 4 maggio»

Per il presidente di Confartigianato attendere altre tre settimane mette in pericolo la sopravvivenza di molte imprese

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«Riaprire le attività di edilizia e impiantistica prima del 4 maggio e prima che sia troppo tardi». Il presidente di Confartigianato Giovanni Lamioni ha scritto al presidente della Regione Enrico Rossi, al presidente della provincia Antonfrancesco Vivarelli Colonna e al prefetto di Grosseto Fabio Marsilio. Lamioni ha voluto rappresentare la situazione di quasi 4mila imprese e oltre 11mila lavoratori (nel comparto dell’edilizia operano 3. 158 imprese con 9. 056 occupati, in quello dell’impiantistica 826 imprese e 2. 112 addetti) e chiede, per questa realtà della provincia di Grosseto, la riapertura anticipata, prima del 4 maggio, per non rischiare di non avere più nulla da riaprire.

Al prefetto, al presidente della Regione Toscana e al presidente della Provincia di Grosseto Lamioni chiede un impegno a farsi portavoce di questa istanza con il Governo e le istituzioni nazionali. «Avevamo pensato – scrive Lamioni – che le nostre aziende potessero riaprire dal 14 aprile. Se le condizioni epidemiologiche lo consentiranno, vi chiediamo la disponibilità a promuovere la riapertura delle aziende dei comparti edile e impiantistico prima di quella data, molto lontana e foriera di ulteriori grandi difficoltà. Il prolungarsi delle chiusure – prosegue – porterà a avere una percentuale altissima di aziende che non riapriranno o che si troveranno costrette a ridurre il personale». E se proprio non fosse possibile aprire prima, Lamioni chiede che almeno la data del 4 maggio sia l’ultima data possibile, «senza ulteriori proroghe».

Il presidente di Confartigianato sottolinea che «come diverse attività sono aperte perché ritenute essenziali, non si comprende perché non possano esserlo quelle dell’edilizia e dell’impiantistica che adottino i protocolli di sicurezza e distanza sociale previsti, visto che si tratta di comparti essenziali per il nostro territorio». Lamioni rileva che la crisi sanitaria sta provocando sull’economia della provincia di Grosseto gravi criticità e che l’uscita da questa fase dipenderà dai tempi di uscita dall’emergenza. Per le imprese dell’edilizia e dell’impiantistica «Prolungare il lockdown – scrive Lamioni – significa continuare a tenere chiusi i cantieri e non produrre pur continuando a sostenere i costi per le attrezzature e la sicurezza. Significa perdere i clienti acquisiti e non poter trovare nuovi lavori. Questa condizione porterà, dal 4 maggio, queste imprese a ulteriori fermi indotti da questa fase di serrata e dalla mancanza di clienti. Una crisi drammatica, con chiusure di aziende e la perdita di centinaia di posti di lavoro». Ecco il perché di questa richiesta alla quale Lamioni unisce l’impegno delle imprese «a rispettare le rigorose norme sanitarie e di distanziamento sociale recentemente introdotte, i protocolli di sicurezza previsti e quelli che saranno emanati. La salute del personale per gli imprenditori viene prima di tutto e molte aziende». «La nostra richiesta – conclude – costituisce il grido di allarme di un tessuto produttivo che era già in difficoltà prima della pandemia; profondamente colpito dai decessi, solidale con i malati, con le famiglie delle vittime, con gli sforzi degli operatori sanitari. Imprenditori che, come tutti gli italiani, accettano una importante limitazione delle proprie libertà, ma che chiedono solo di provare a ripartire e che non vogliono assistere a un finale con la scritta: “Chiuso per mancanza di futuro”». –

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