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Tempo di tosare le pecore I pastori riaccendono la lotta

F.B.
Tempo di tosare le pecore I pastori riaccendono la lotta

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grosseto. Tempo di tosatura delle pecore. Tempo di sottoporre ancora all’attenzione della Regione e del Governo i tanti problemi delle aziende ovine.

Nei giorni scorsi giornata dedicata alla tosatura a Fonteblanda, nell’azienda di Luigi Farina, uno dei principali allevatori maremmani che ha chiamato a raccolta, per l’evento tosatura, colleghi pastori del Comitato pastori d’Italia a cui appartiene. Si è parlato di problemi, tanti, e si è di nuovo mandato appelli alle istituzioni e alla politica.

«Il sottocosto dei prodotti ovini, lana, agnelli, latte, in aggiunta alle spese che arrivano dalle predazioni e poi i risarcimenti irrisori per il 2017 e il 2018 che dovrebbero essere coperti dalla cifra di 700 mila euro, da dividere fra 538 domande, li giudichiamo – ha osservato la presidente del Comitato Mirella Pastorelli – una cosa vergognosa. Come vengono trattati gli allevatori? La Regione e il governo pensano che possano andare avanti così? A distanza di due danni vengono loro elargite briciole rispetto ai danni. E intanto però vengono stanziati 6 milioni di euro per censimenti, progetti, studi. Come se ne avessero fatti pochi. Il comparto zootecnico sta esalando gli ultimi respiri, la maggior parte vuol chiudere bottega. Regione e governo si facciano un esame di coscienza per quello che stanno distruggendo, solo per non avere il coraggio di prendere decisioni su una specie superprotetta, il lupo, ascoltando solo gli ambientalisti salottieri che non conoscono le realtà in cui sono costretti a vivere quelli che per loro producono il meglio che si può trovare sui mercati».

E anche il proprietario dell’azienda, Luigi Farina, attacca duramente le teorie animaliste e ministeriali che pretendono una convivenza da lui definita «innaturale» fra pecora e lupo. «Una teoria – dice – che sta distruggendo il settore della zootecnia ovina».

E non si escludono manifestazioni plateali: «Andremo a incatenarci davanti al ministero – annuncia Luigi Farina – e così vedranno come ci hanno ridotto».

Farina, a nome del Comitato, rivolge al ministro Costa quattro domande: «Chi sono le persone che decidono le sorti della zootecnia ovina? A che titolo lo Stato ci impone la presenza del lupo? Ha forse intenzione, questo ministro, di cancellare la zootecnia ovina? Forse che questo governo vuol trasformare i settori produttivi primari in un settori di puro assistenzialismo?». —

F.B.

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