La misura e la manovra
È morto Giancarlo Bini, storico ristoratore e fondatore dell'Ais
Durante il ricovero la figlia aveva denunciato la scomparsa della sua fede nuziale dal dito
GROSSETO. Non ce l'ha fatta Giancarlo Bini, storico ristoratore grossetano e fondatore della sezione grossetana dell'Ais, patron dell'Eno-oliteca Ombrone di Suvereto. Si era sentito male il giorno di Santo Stefano ed era ricoverato all'ospedale Misericordia; è morto nella notte tra lunedì 14 e martedì 15 gennaio.
Grande il cordoglio dell'Ais: “Una perdita enorme per tutti - commenta Antonio Stelli, delegato Ais di Grosseto -: Giancarlo non solo ha dato un contributo importate all’Associazione a livello nazionale ma è stato essenziale per la storia della cultura del vino in Maremma. Portavoce della qualità, ha insegnato a tutti noi il valore della professione a la passione per le eccellenze di questo territorio. Ci mancherà terribilmente”.
Fu proprio Bini che, alla fine degli anni Sessanta, decise di impegnarsi in Maremma per la conoscenza professionale del vino. Dopo aver conseguito il titolo di sommelier a Milano, Bini infatti decise di aprire una delegazione Ais a Grosseto, che quindi fu la prima a nascere in Toscana ed una delle primissime in Italia.
Durante il suo ricovero all'ospedale di Grosseto, la figlia aveva denunciato la scomparsa della fede che Bini portava al dito il giorno del ricovero. Si era rivolta ai carabinieri: dopo aver cercato dappertutto, l'anello non si trovava ed era nato il sospetto che qualcuno avesse potuto sfilarla dal dito del paziente. Ne era nato un caso, arrivato fino all'assessora regionale alla salute Stefania Saccardi. L'ospedale e l'Asl avevano sempre sostenuto di averla consegnata ai familiari. La fede era poi ricomparsa il 6 gennaio all'interno dell'armadietto del paziente, appoggiata in un punto ben visibile, come se qualcuno l'avesse ritrovata e messa lì perché potesse venire facilmente vista.