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Il caso

Ucciso a Campi Bisenzio, la fuga e le ultime parole di Maati: «Non ho fatto niente, non sono io»

Un’immagine durante la fiaccolata per chiedere giustizia per Maati
Un’immagine durante la fiaccolata per chiedere giustizia per Maati

La voce registrata dal bus su cui il 17enne ha tentato di salire: decisive anche due testimonianze

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CAMPI BISENZIO. Sono immagini sfuocate. Si vede Maati che sta per salire sul bus, ma viene raggiunto alle spalle. E si vede uno dei due che impugna una lama. «Non ho fatto niente, non sono io». Queste invece sono le sue ultime parole, registrate dalla telecamere del bus su cui il 17enne sperava di potersi salvare dal gruppo che lo stava braccando, le frasi pronunciate prima di ricevere il colpo mortale.

La ricostruzione

È un quadro ancora nebuloso quello che i carabinieri del comando provinciale di Firenze stanno ricostruendo per capire cosa sia accaduto la notte del 29 dicembre fra la strada della discoteca Glass globe e via Tintori a Campi Bisenzio, dove alle 5,50 è stato ritrovato il corpo senza vita di Maati Moubakir, il giovane certaldese ucciso con 5 coltellate, tre alla schiena e due al cuore, di cui una fatale, quella che secondo gli inquirenti avrebbe sferrato Francesco Pratesi, il 18enne finito in carcere insieme a Denis Mehmeti, 20 anni, e Ismail Arouizi, 22 anni. Tutti e tre residenti a Campi, tutti e tre accusati di omicidio.

Le frasi

Non è ancora chiaro se Maati stesse fuggendo dopo una lite partita fuori dalla discoteca per un apprezzamento a una ragazza o per un regolamento di conti tra gruppi, ma quello che sembra ormai quasi certo è che non c’entrasse nulla. Le frasi registrate dalla telecamere del bus, rivelate dal Corriere fiorentino online, non sarebbero neppure le sole pronunciate dal giovane prima di morire. Un testimone ha raccontato ai carabinieri di averlo ascoltato gridare “Fra, non sono stato io. Lasciatemi, vi prego” mentre veniva preso a botte e di aver visto uno dei ragazzi prenderlo per il collo con una mano mentre scappava e con l’altra pugnalarlo al cuore.

La testimonianza

Ma cruciale sarebbe la testimonianza, seppure confusa, di Ismail. Ha raccontato di essere tornato a Campi dopo una serata in discoteca a Firenze, di aver incontrato alcuni amici che gli hanno offerto dei coltelli. Armi che lui avrebbe rifiutato, ma avrebbero preso invece Pratesi e Mehmeti , i quali si sarebbero messi a correre verso via Tintori e che lui li avrebbe raggiunti in macchina. Una volta saliti, vedendoli pensierosi, avrebbe chiesto loro cosa era successo. E solo dopo aver insistito, Pratesi sarebbe sbottato dicendo “l’ho ammazzato” mettendosi le mani nei capelli. Il funerale si terrà mercoledì alle 9.45 in via Fiorentina al cimitero della Misericordia di Certaldo.

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