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Firenze, rivolta contro la nuova centrale elettrica in mezzo alle ville patrimonio dell’Unesco

di Alessandro Pattume
Firenze, rivolta contro la nuova centrale elettrica in mezzo alle ville patrimonio dell’Unesco

Sit-in dei residenti del Sodo e di Careggi contro la cabina elettrica. Enel: «È sicura e non ha emissioni»

23 novembre 2024
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FIRENZE. Gli abitanti del Sodo e di Castello danno battaglia contro la costruzione di una grande cabina elettrica di trasformazione proprio a ridosso delle abitazioni. A ribadirlo, ieri pomeriggio, il presidio di fronte all’area dove sorgerà la nuova cabina in via Chiuso de’ Pazzi, un investimento per cui Enel sborserà più di 8 milioni di euro ma del quale nessuno li aveva avvertiti. E forse anche per questo hanno tutte le intenzioni di ricorrere al Tar.

Se raggiunta la chiesa del Sodo si svolta verso la collina, ci ritroviamo in via del Chiuso de’ Pazzi, una strada che procede a mezzacosta e si allunga fino al complesso ospedaliero di Careggi. È la zona delle ville quattrocentesche, le dimore di villeggiatura che i nobili fiorentini costruirono nel Rinascimento di cui la più famosa è forse villa La Pietraia, a poche centinaia di metri, dichiarata patrimonio dell’Umanità nel 2013. È lungo questa strada, tra la chiesa del Sodo e il giardino all’italiana di un’altra villa, Il Chiuso, che verrà costruita la cabina di trasformazione dell’Enel, una mini-centrale. E sempre lungo questa strada, sotto una delle due antenne sorte negli ultimi anni, che ieri si è tenuto il presidio degli abitanti del quartiere. Che chiedono di ripensare il posizionamento della cabina e raccontano di un progetto di cui sono venuti a conoscenza solo per caso. «Lo abbiamo scoperto quando sono stati espropriati i terreni – racconta Riccardo Bruschi dell’Osservatorio Quartiere 5 – nessuno si era preoccupato di dirci niente e questa non è altro che una mancanza di trasparenza e di attenzione nei confronti dei cittadini».

«Siamo preoccupati – aggiunge Monica Zanfini, una delle residenti del quartiere – avremmo voluto maggiori informazioni sul progetto e rassicurazioni sui rischi connessi alle emissioni, ma nessuno si è fatto vivo». «Si tratta dell’ennesima opera di cui la cittadinanza non è stata neppure informata, come sostanzialmente è avvenuto anche per le antenne installate negli ultimi anni – attacca il consigliere di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi – A mancare sono le aree verdi attrezzate promesse da tempo, su cui abbiamo ottenuto un rinnovo di impegno durante gli ultimi consigli comunali».

Uno degli striscioni mostrati dai residenti del Sodo recita infatti “No centrale, sì giardino”. «Siamo nella buffer zone Unesco, in mezzo alle ville medicee, e proprio in quel punto fino a pochi anni fa era previsto un giardino al servizio del quartiere – racconta Riccardo Bruschi – Vent’anni fa venne fatto uno studio di fattibilità per un giardino proprio nell’area dove vogliono collocare la cabina. Era una compensazione il cui progetto è rimasto nel piano strutturale per anni – aggiunge – Poi il progetto venne spostato e previsto vicino alla scuola e alla ciclabile. Fino al più recente piano operativo, dal quale è completamente sparito. Non mettiamo in dubbio l’utilità della cabina Enel – conclude – solo la sua collocazione». Nessuna emissione, rassicura dal canto suo Enel, spiegando agli abitanti del quartiere che «la cabina non trasformerà l’energia elettrica, non produrrà alcuna emissione ed ogni apparecchiatura sarà collocata all’interno di apposite strutture con valori elettromagnetici assolutamente compresi nei parametri di legge, senza alcun pericolo per la sicurezza né per la salute dei cittadini». E anche sul fronte paesaggistico, spiega Enel che la cabina sarà di tipo compatto, cioè «non invasiva rispetto all’ambiente circostante ed anzi schermata con vegetazione e interventi tesi a migliorare la fruibilità dell’area limitrofa. La componentistica elettromeccanica si troverà all’interno di fabbricati che, su indicazione della Soprintendenza, rispetteranno le linee architettoniche degli edifici esistenti».

Ma gli abitanti del Sodo non si danno per vinti e hanno tutte le intenzione di ricorrere al Tar. Non solo, spiega Bruschi: «Da due mesi stiamo aspettando un incontro con Enel, Regione e Comune e anche in questo caso – conclude – non si è ancora fatto vivo nessuno». E anche Palagi non ci sta e annuncia che depositerà nuove domande per chiedere conto delle interlocuzioni con Regione e Enel e della richiesta di un incontro avanzato dai residenti.


 

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