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Firenze, durante il restauro spunta un abuso edilizio nella sede dell’assessorato all’Urbanistica

di Alessandro Pattume
Il palazzo sede della Direnzione Urbanistica tra la torre della Castagna su via Dante Alighieri
Il palazzo sede della Direnzione Urbanistica tra la torre della Castagna su via Dante Alighieri

I tecnici hanno scoperto una «superfetazione» che non risulta al catasto

12 novembre 2024
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FIRENZE. Saranno affidati presto i lavori di restauro della Direzione Urbanistica del Comune di Firenze, che occupa un’ampia porzione della Badia Fiorentina in piazza San Martino. Un totale di 400 mila euro per un cantiere delicatissimo dal punto di vista logistico, incastrato tra la torre della Castagna su via Dante Alighieri e il complesso delle case dei Sacchetti all’angolo con via della Condotta. Un immobile talmente intriso di storia che i tecnici chiamati a redigere il progetto hanno scoperto una porzione di tetto fantasma, «non riscontrata in nessuno dei documenti storici in nostro possesso». Una stranezza non priva di una certa ironia, visto che l’immobile è di proprietà comunale da un secolo e mezzo e per di più ospita la Direzione Urbanistica.

Intervento complicato

L’intervento di risanamento, che è solo il primo passo di un più ampio progetto di recupero, riguarderà prima di tutto ampie porzioni del tetto. Una priorità dovuta al pessimo stato di conservazione degli elementi lignei della copertura, attaccati da muffe e insetti del legno. L’azienda che si occuperà dei lavori, e che sarà scelta secondo una procedura negoziata senza bando, avrà 270 giorni per portarli a termine. Nove mesi che non saranno privi di difficoltà e di incognite, come si legge nella stessa relazione tecnica ed economica, dovute soprattutto alla natura dell’immobile «non perimetrabile interamente con il ponteggio» e alla difficoltà di «poter prevedere l’inserimento di una gru di cantiere a causa della presenza della torre della Castagna e del campanile della Badia Fiorentina».

Mancano i fondi

Il progetto prevede la sostituzione delle capriate lignee del corridoio dell’ispettorato (al secondo piano), adiacente al lato ad est del chiostro degli aranci e la corte interna sul lato ovest dell’immobile, più prossima a via dei Magazzini. Per sostituire le capriate lignee sarà necessario demolire i controsoffitti in rete metallica e malta e soprattutto smontare i controsoffitti a cassettoni di legno presenti negli uffici, «a cui dovrà essere riservato un trattamento di restauro – dice la relazione – attualmente non previsti in questa fase di lavori per mancanza di capienza economica per la lavorazione».

Il volume fantasma

Ma c’è di più. Redigendo il progetto di recupero, i tecnici del Comune hanno trovato una sorpresa a dir poco pericolosa. Una porzione di copertura, probabilmente fatta nel secolo scorso e denominata «superfetazione novecentesca» di cui i documenti storici non riportano traccia. Insomma, un abuso edilizio, un volume fantasma «di circa 120 mq di altezza variabile dai 2 fino a 4,5 m, costruito su una sola delle due falde su cui si va ad intervenire». Secondo la relazione questo volume non solo non doveva esistere ma la sua costruzione ha «invalidato il comportamento strutturale» della capriata su cui poggia, che adesso mostra numerosi segni di cedimento. Dovrà essere rimossa.

Operazione delicata

Il monastero della Badia Fiorentina che ospita la Direzione Urbanistica del Comune venne fondato nel 978, ampliato nel 1282 e subì in seguito vari interventi sia nel Quattrocento che ne Seicento. Diventato proprietà del demanio all’inizio dell’800, durante Firenze Capitale ospitò la Tesoreria generale e quando passò al Comune di Firenze (1870) venne trasformato nella sede della Pretura Unificata e della scuola elementare Dante Alighieri, che vi rimase per più di un secolo, fino agli anni ‘90 del secolo scorso. Proprio in quell’epoca venne restaurato e i quaderni di restauro testimoniavano come «innumerevoli interventi dettati dalle esigenze delle nuove attività, non sempre rispettosi della grande importanza storica del monumento, hanno lentamente modificato l'aspetto originario degli ambienti». E chissà se intendeva anche il vano fantasma trovato un quarto di secolo dopo.
 

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