Il Tirreno

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Bambina scomparsa Firenze
Il caso

Kata, Renzi attacca i pm fiorentini: «Indecente tollerare l’occupazione». A che punto sono le indagini

di Matteo Leoni
A sinistra, l’ex hotel Astor, a destra la piccola Kataleya Alvarez
A sinistra, l’ex hotel Astor, a destra la piccola Kataleya Alvarez

Il leader di Iv si scaglia contro i magistrati: «Non hanno sgomberato l’Astor»

12 marzo 2024
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FIRENZE. «Nove mesi è il tempo che occorre a un bambino per venire al mondo. Oggi sono passati nove mesi dalla vicenda di Kata, la bambina sparita dall’occupazione abusiva dell’ex Astor a Firenze. In nove mesi Firenze ha perso una sua figlia forse rapita in un contesto di degrado e illegalità tollerato in modo indecente dalla procura di questa città». È un attacco diretto quello portaro avanti ieri da Matteo Renzi nella sua enews. La scomparsa della piccola Kataleya Alvarez, svanita nel nulla il 10 giugno scorso dall’ex hotel Astor, secondo il leader di Italia Viva si sarebbe potuta evitare se si fosse proceduto a porre fine all’occupazione abusiva dell’ex hotel Astor di via Maragliano, dove la piccola viveva insieme alla madre e al fratellino.

«Della piccola bambina di cinque anni non parla nessuno forse perché non è italiana – aggiunge Renzi –. Ma io giudico immorale che nessuno si scandalizzi per quello che è successo. Noi siamo la città dell’Istituto degli Innocenti. Ma nessuno apre bocca per dire mezza parola su questo scandalo». E poi ancora parole di accusa contro i magistrati di Firenze: «Io non ho paura a chiamare le cose con il loro nome: quello che è accaduto è responsabilità di una sottovalutazione imperdonabile della procura di Firenze che non ha operato lo sgombero dell’immobile come richiesto».

Dalla scomparsa della bimba sono trascorsi ormai nove mesi. Le indagini, sono ancora aperte. Si tenta il tutto per tutto, sebbene nessuna delle piste battute fino a ora pare aver fornito elementi concreti da approfondire. Si è vagliata la pista di una rapimento nell’ambito del presunto racket della camere all’interno dell’ex hotel, quella di una vendetta per una – presunta – violenza sessuale subita da una delle occupanti della struttura, si è seguita la pista che ha portato in Perù, dove sono stati sentiti tramite rogatoria alcuni parenti e conoscenti della piccola Kata. Molti gli avvistamenti segnalati alla procura e alla polizia giudiziaria. Ma anche quello che un primo tempo sembrava più attendibile si è rivelato una falsa pista. Non era Kata la bimba con le tracce che è stata fotografata nei mesi scorsi su un bus in Spagna.

Ma le indagini almeno per ora non si fermano. Il lavoro degli inquirenti si sta concentrando in particolare sulla minuziosa ricostruzione degli ultimi istanti in cui Kataleya è stata vista all’interno dell’Astor, e sui momento immediatamente successivi alla scomparsa. Insomma, si indaga ancora su come la bambina sia stata portata fuori dall’edificio occupato. Per questo nelle scorse settimane sarebbe stata risentita in procura una donna peruviana che viveva nell’ex hotel. Si tratterebbe dell’ultima persona ad aver visto Kataleya prima della sua scomparsa. L’inchiesta sul caso resta aperta per il reato di sequestro di persona a scopo di estorsione. Tra gli indagati, lo zio materno della bimba, Abel Argenis Alvarez Vasquez, e quello parteno Marlon Edgar Chicllo Romero.


 

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