Kata, portata via subito dall’Astor: nell’edificio non c’è traccia di lei
Le indagini sulla bambina scomparsa: nell’albergo sono stati sfondati controsoffitti, abbattute porzioni di muri e ispezionate intercapedini. Terminati gli interrogatori dei parenti della piccola in Perù
FIRENZE. Kata è stata rapita e portata via subito dall’Astor. Il 10 giugno scorso è scomparsa dall’ex hotel occupato, dove viveva con la madre e il fratellino, e non ci ha più rimesso piede. È questa una delle poche certezze che in questo momento sono in mano agli inquirenti. Un punto fermo, stabilito grazie al sopralluogo eseguito nei giorni scorsi con l’intervento dei cacciatori di Calabria dei carabinieri, un reparto speciale dell’Arma dotato di particolare capacità nell’individuazione di nascondigli o intercapedini all’interno delle pareti.
L’edificio dell’ex Astor è stato letteralmente ridosso all’osso. Sono stati sfondati controsoffitti, abbattute porzioni di muri e ispezionate intercapedini. Presenti sul posto anche gli uomini della scientifica dei carabinieri. Ogni angolo del palazzo è stato controllato con sonde. E di Kata non è stata trovata nessuna traccia. Nessun indizio che portasse a lei o che potesse indicare una sua permanenza nelle stanze successiva al 10 giugno. I dati raccolti dagli investigatori dunque farebbero escludere che sia stata nascosta nell’ex hotel prima di essere portata via. Scongiurata anche la possibilità che possa essere stata aggredita all’interno dello stabile. Quel giorno la bimba è uscita e non è più tornata. Resta da capire dove sia stata portata, che cosa le sa successo dopo. Le indagini, affidate fin dalle prime battute al sostituto procuratore Luca Tescaroli, alla pm Christine Von Borries e al pm Giuseppe Ledda, stanno andando avanti. Il lavoro della procura procede nel massimo riserbo ma non si ferma.
Di recente sono stati effettuati gli interrogatori in Perù delle quattordici persone, tra cui molti parenti dei genitori di Kata, che sono state sentite tramite rogatoria come soggetti informati sui fatti. Gli interrogatori sono stati tenuti direttamente dagli inquirenti fiorentini, collegati in videoconferenza col paese sudamericano. Dall’attività, secondo quanto si apprende, sarebbero emersi spunti investigativi che sarebbero stati giudicati degni di un approfondimento.
Tra gli altri, sono stati sentiti i nonni materni di Kata. Tra l’altro, proprio di recente la madre della piccola avrebbe contattato gli inquirenti chiedendo di essere rassicurata sul fatto che le indagini stiano andando avanti.
Sempre tra le quattordici persone ascoltate, ci sono anche lo zio paterno di Kata, che si trova detenuto in un carcere del Perù, e un suo compagno di cella. Si tratterebbe di un peruviano che nel 2022 si trovava a Firenze, dove avrebbe perso una partita di droga. All’epoca l’uomo, che viveva in un appartamento nei pressi di via Mariti, conviveva con una connazionale. La donna sarebbe la madre della bimba che per ultima ha visto Kata all’hotel Astor, prima che scomparisse. Da qui la tesi, che sarebbe stata avanzata dallo stesso padre di Kata agli inquirenti nei mesi scorsi, che la bambina sia stata rapita per sbaglio: chi l’ha presa potrebbe averla scambiata per l’amichetta, e avrebbe agito per punire la ex convivente del trafficante, responsabile di aver perso una partita di droga, oltre dieci chili di stupefacente che all’epoca dei fatti furono trovati in una valigia sequestrata dalla polizia durante un controllo in un condominio alla periferia nord della città.
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