Bambina scomparsa a Firenze, il video della vergogna con l’intelligenza artificiale. L’esperto: «Macabro e inutile, andrebbero regolamentati» – Video
Kata, la bambina spartita il 10 giugno, “protagonista” di un filmato pubblicato su TikTok da un profilo che posta solo contenuti simili riferiti a persone scomparse o decedute. Cisternino (Università di Pisa): «Tecnologia ormai alla portata di chiunque»
FIRENZE. «Voglio tornare a casa dai miei genitori, mi manca troppo mia mamma». La voce è metallica, non sembra quella di una bambina. Invece, in primo piano, c’è l’immagine di una bambina dai capelli neri, tuta bianca. Si presenta come Kata, «la bambina che è stata rapita il 10 giugno verso le 15. Vi prego di aiutarmi – continua - se qualcuno ha visto i miei rapinatori contattate le forze dell’ordine. Spero che questo video acceleri il mio ritrovamento, ogni secondo è prezioso, più tempo passa e più è difficile la strada del ritorno».
È un video che sta girando su TikTok. Ha quasi 40mila like, centinaia di commenti. Il primo che si trova è di un utente che esclama: è stata ritrovata. Il proprietario del profilo, A² Animated Audition, lo rimbrotta: «Non diamo false informazioni».
Alla fine di questi pochi secondi, c’è la foto reale di Kata. La stessa usata dall’intelligenza artificiale per generare il video. Di questa operazione l’avvocato della mamma di Kata dice che non ne sanno nulla. Non è partito da loro. Il Tirreno ha provato a contattare anche il profilo per chiedere spiegazioni, ma è impossibile inviare messaggi. Sembra specializzato in questo. Ci sono video simili di Schumacher, Tina Turner, Michael Jackson, Amy Winehouse, Giulia Tramontano e Denise Pipitone.
Spesso nelle descrizioni ci si appella al titolo puramente informativo. C’è appunto la riproduzione di Schumacher: «Cerco di rimanere positivo nonostante la disgrazia, ringrazio la mia famiglia per il supporto». Ci sono Tina Turner, Bob Marley, Michael Jackson, Amy Winehouse. Anche Giulia Tramontano, la giovane donna uccisa dal suo compagno.
Il caso più simile a Kata è quello di Denise Pipitone. Codini biondi, maglia a righe: «Sono passati ben 19 anni da quel giorno e non sanno dove mi trovo. La ma famiglia ha subito un inferno». Nel profilo ci sono solo video di questo tipo.
«Di software e applicazioni che sfruttano in questo modo l’intelligenza artificiale se ne trovano tanti, non è nemmeno troppo difficile – dice Antonio Cisternino, presidente del sistema informatico dell’Università di Pisa - Tra l’altro qui la qualità non è nemmeno la migliore, viene animato il volto ma l’immagine resta “piatta”. Il problema non è tecnologico – aggiunge – chiunque può utilizzare la tecnologia dell’IA generativa, anche se in questo caso un minimo di tecnica bisogna averla, vanno inseriti dei parametri». In pratica fornisci all’intelligenza artificiale l’immagine, «la rete è addestrata per sapere come evolve la sequenza di video, e lo riproduce», spiega ancora. Qui il problema, dice Cisternino, è che «in futuro questa sarà la norma. È evidente che operazioni del genere – continua - seguono la logica del sensazionalismo. La leva non è informativa, non ha una funzione sociale: guardare qualcosa che ti fa più impressione rispetto a una foto non aiuta a ritrovare prima qualcuno. Per certi versi è inquietante, prima o poi i legislatori dovranno intervenire. A parte essere macabro qual è il senso? Non ce ne sono secondo me. Non fai altro che generare nei cari sentimenti di tristezza, se non peggio».