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Firenze, le baby gang terrorizzano San Salvi. Incubo rapine: «Paga o sono botte»

di Matteo Leoni
Firenze, le baby gang terrorizzano San Salvi. Incubo rapine: «Paga o sono botte»

Due colpi in due giorni, vittime due 15enni costretti a dare i loro risparmi. Uno dei ragazzini aggrediti è stato circondato e minacciato da un gruppo di almeno venti giovanissimi

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FIRENZE. C’è una baby gang che spadroneggia nella zona di San Salvi, in particolare in via del Mezzetta, terrorizzando ragazzini che si trovano a essere vittime di rapine. In queste ore i carabinieri della Compagnia di Firenze, guidati dal capitano Antonino Piccione, stanno indagando su due episodi avvenuti a distanza di un giorno l’uno dall’altro, tra il 21 e il 22 marzo scorsi. Minacce e prepotenze, per portare via pochi soldi ai malcapitati, due ragazzini di 15 anni. Gli autori dei colpi, stando alle testimonianze raccolte dai militari, sono dei minorenni, probabilmente dei diciassettenni. Agiscono come dei bulli, iniziano con le intimidazioni e poi rapinano le vittime. Nei due casi sarebbero entrati in azione giovani diversi, che però si sospetta possano far parte di in un unico gruppo.

La prima rapina è avvenuta intorno alle 17 del 21 marzo, quando un ragazzino di 15 anni è stato aggredito mentre si trovava con alcuni amici in una piazzetta nei pressi dell’ufficio postale di via del Mezzetta. Si è trattato di un’azione organizzata: sono arrivati in venti, e li hanno circondati. Il loro numero già li intimoriva. I quindicenni non hanno potuto reagire. Due dei giovani rapinatori si sono avvicinati al ragazzino. Uno lo ha minacciato: «Dammi i soldi – gli ha detto – oppure ti tiro un cazzotto in bocca». A quel punto, temendo di essere picchiati dal branco, il quindicenne e un suo amico hanno consegnato tutto quello che avevano in quel momento. Circa 25 euro a testa e un paio di cuffie. Ma non è finita qui. Ormai la gang aveva preso il controllo della zona. I baby rapinatori hanno tentato il colpaccio, cercando l’oro. Un terzo componente della gang si è staccato dal gruppo, ha alzato la voce e ha detto a tutti di alzare le magliette, per mostrare se portassero al collo delle collanine. Tutti hanno obbedito all’ordine. Nessuno però indossava preziosi. Così la baby gang se ne è andata così come era venuta, allontanandosi verso la zona del parco di San Salvi.

La seconda rapina è avvenuta alle ore 14,30 circa del 22 marzo. Un quindicenne si trovava con altri quattro amici davanti al suo liceo, lo scientifico Gramsci di via del Mezzetta. Si sono avvicinati in due, di circa 17 anni. Gli si sono parati davanti e hanno minacciato di colpirlo al volto. Uno di loro lo ha minacciato con pretesto: «Mi devi 200 euro gli ha detto». Circostanza ovviamente falsa, i due non si erano mai visti né parlati. A questo punto la vittima, impaurita, ha preso il portafoglio dalla tasca dei pantaloni e ha consegnato tutto quello che aveva, una banconota da 20 euro.

Le descrizioni che i testimoni hanno dato dei due dei rapinatori farebbero pensare che non fossero presenti alla rapina del giorno prima. Tuttavia gli investigatori non escludono che i minorenni possano fare capo a una stessa gang, e che magari alla radice di questi colpi ci sia anche una voglia di emulazione tra baby criminali. In queste ore i carabinieri stanno vagliando anche le immagini riprese dalle telecamere cittadine. In entrambe le rapine la giovani vittime non hanno avvisato subito le forze dell’ordine. Poi però si sono confidati con le loro famiglie, che hanno subito deciso di rivolgersi ai carabinieri. Mercoledì pomeriggio i due minorenni, accompagnati dai genitori, si sono presentati, in momenti distinti, alla stazione dei carabinieri di Fiesole per presentare denuncia.

Una zona, quella di via del Mezzetta, che non è nuova a episodi di questo genere. Di recente ne è accaduto un altro, proprio fuori dall’istituto alberghiero che ha sede nella strada. Il 10 marzo scorso un sedicenne ha raccontato di essere stato accerchiato da alcuni ragazzi, che prima gli hanno tolto il cappello e poi gli hanno chiesto denaro per restituirglielo.
 

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