Serie D
Il manager di Ryanair: «Uno sbarco a Firenze? Ecco perché è possibile». Occhi puntati sulla nuova pista
La compagnia aerea low cost non esclude per il futuro uno sbarco al Vespucci. Mauro Bolla: «È importante che l’aeroporto sia fruibile per il passeggero ma soprattutto che sia ottimizzato a livello operativo»
FIRENZE. Uno "sbarco aereo" a Firenze non lo escludono certo a priori. «Esistono delle discussioni in tal senso, è qualcosa su cui si sta lavorando. Ma sull’esito è difficile dare una risposta adesso, le tempistiche sono ancora troppo lontane. Dobbiamo vedere come si concretizzerà realmente il progetto aeroportuale di Peretola e soprattutto come sarà la pista», dice Mauro Bolla, country manager per l’Italia di Ryanair. «Ci sono ancora troppe variabili e dobbiamo avere un quadro completo. Perciò ancora non direi che andremo a Firenze». Lo sottolinea di nuovo Bolla. Ci tiene a essere preciso il rappresentante in Italia della compagnia aerea leader nel mercato delle low-cost. È una questione delicata. Peretola quindi freni per il momento l’entusiasmo. Ryanair resta ancora prerogativa tutta pisana. Ma Bolla si svincola anche da un discorso di «cattiva concorrenza». Quel retrogusto di "campanilismo" caro ai toscani. E porta degli esempi concreti che vengono da altre Regioni. «Prendiamo Catania-Comiso, Trapani-Palermo, Torino-Cuneo o Treviso, Venezia e Verona. Tutti aeroporti - spiega il manager - dove operiamo con Ryanair. Siamo in grado di sviluppare tutti gli scali dove ci troviamo, indipendentemente dalla loro vicinanza».Il segreto «per incentivare il turismo - continua Bolla - è il modello "point to point". Non portiamo il passeggero alla destinazione finale tramite un aeroporto hub, ma connettiamo direttamente la destinazione iniziale a quella finale». In questo modo si "diversificano" i movimenti. «E soprattutto - aggiunge Bolla - ogni aeroporto ha la propria domanda specifica che puntiamo a sviluppare.
L’esperienza ci dimostra che siamo riusciti a incrementare il turismo anche in caso di scali limitrofi». E quale sarebbe la particolarità di Pisa rispetto a Firenze? «Il "Galilei" resta il grande scalo di accesso alla Toscana. Questo l’abbiamo sempre detto. Qui il 75% dei collegamenti, anche nel nuovo piano invernale, sono rivolti a mete estere», evidenzia ancora Bolla.Poi non si dica che nemmeno Pisa si sta espandendo. Continuano infatti i lavori per il nuovo terminal del "Galilei", che si dovrebbero concludere entro il 2024 aumentando la capacità di accoglienza del numero di passeggeri annualmente in transito dallo scalo pisano. Interventi, quelli per il rinnovo degli spazi e delle strutture del terminal aeroportuale pisano, che sicuramente potrebbero facilitare ulteriori investimenti, anche se ad ora non ci sono indicazioni in tal senso. «Per noi - spiega ancora Bolla - è importante che l’aeroporto sia fruibile per il passeggero, ma soprattutto che sia ottimizzato a livello operativo. In una parola efficiente, visto che come compagnia abbiamo dei giri macchina molto veloci. E Pisa lo è già. Poi sicuramente il terminal andrà a beneficio degli utenti del "Galilei"».E sul tema dei mancati rimborsi ai danni dell’utente per disagi e disservizi che a più riprese vengono segnalati, il country manager per l’Italia di Ryanair respinge le "accuse" al mittente. «Non discuto il caso singolo - conclude - ma a livello generale non abbiamo registrato questi problemi. Anzi, siamo molto attenti su questo punto».
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