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Calcio: Serie A

L'Empoli stende il tappeto rosso: è il momento del ritorno di Fazzini, il gioiello azzurro può essere l'arma salvezza

di David Biuzzi
Jacopo Fazzini
Jacopo Fazzini

I guai di mercato e l’infortunio hanno finora segnato il suo 2025, ma ora la sua qualità può tornare utile a partire dal match di Como

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EMPOLI. Ha compiuto 22 anni da una manciata di giorni, lo scorso 16 marzo per la precisione, ma già dalla scorsa estate Jacopo Fazzini ha chiarito come la pensa rispetto alla sua carta d’identità: «Non mi sento più un giovane – ha detto e ripetuto – sono in prima squadra da tempo». E, ora, sembra finalmente arrivato il momento di poterlo dimostrare sul campo.

Alti e bassi

Già, perché il 2025 del gioiellino azzurro finora è stato l’esatto contrario di quello che ci poteva attendere. Un avvio di campionato pieno zeppo di giocate, assist e numeri, infatti, lo aveva portato direttamente sulla rampa di lancio. Tanto da diventare prima un uomo mercato e poi un ostaggio del mercato. A inizio anno, infatti, nella sfida di Venezia non c’è. Non convocato perché la cessione sembra imminente. Se lo contendono Napoli, che ha l’accordo con l’Empoli, e Lazio, che ce l’ha col giocatore. Lui sceglie la Capitale, ma il nodo della formula (il club di Lotito propone un prestito biennale con obbligo) non convince e dopo un mese di tira a molla non se ne fa di niente. Fazzini resta. Torna anche in campo e torna anche a brillare in occasione della sfida col Bologna del 25 gennaio. La settimana succesiva, però, si procura una lesione muscolare nel corso del riscaldamento della partita con la Juve. Era il 2 febbraio e, da allora, finisce per perdersi nel labirinto dell’infermeria del Castellani. L’uscita la trova nel corso della sosta che sta per esaurirsi. 

Il ritorno

Torna finalmente ad allenarsi in gruppo e, sabato 29 marzo alle 15, sembra destinato anche a tornare in campo. Verosimilmente dall’inizio, anche se tocca al tecnico Roberto D’Aversa sciogliere quest’ultimo nodo. Ma di Fazzini, del “vero” Fazzini, c’è bisogno. Per portare qualità e inventiva dalla mediana e fino all’ingreso dell’area di rigore avversaria. Perché il giocatore non è uno “sfondaporte”, un bomber, ma ha qualità, salta l’uomo e vede il gioco. Caratteristiche che nel gruppo azzurro hanno in pochi. Un altro è Tino Anjorin, ma l’inglese è ancora ai box (e pare sia destinato a restarci ancora per un po’) e quindi tocca a Fazzini accendere la luce, innescare quel reparto avanzato in cui sia Sebastiano Esposito che Lorenzo Colombo faticano a ritrovare la via del gol, mentre Christian Kouamè e Ola Solbakken, pure lui al rientro nella sfida di domani pomeriggio a Como, non l’hanno ancora mai imboccata. Non è un recupero banale, insomma, quello di Fazzini. Che anche a livello tattico è decisamente prezioso, visto che a migliore versione del 3-4-2-1 è quella che ha visto lui danzare tra centrocampo e attacco, che si gioca anche una fetta di futuro. Quel mercato che ora gli ha più tolto che dato, infatti, riaprirà già a giugno (con la nuova finestra prevista per il mondiale per club che sarà però aperta per tutti) e a Fazzini torneranno a pensare in tanti. Dipende da lui, è chiaro, ma da lui dipende anche una fetta di futuro dell’Empoli...

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