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Empoli-Juventus, c’è un grande dj che suona. I turni ai bottali, i Pink Floyd e i dischi d’oro: chi è Federico Scavo


	Dj Federico Scavo (foto da Facebook)
Dj Federico Scavo (foto da Facebook)

La partita contro i bianconeri segna l’inizio di un nuovo progetto che coinvolge il club azzurro e il disc jockey di Fucecchio

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EMPOLI. Non solo grande calcio allo stadio Castellani di Empoli. La partita contro la Juventus segna l’inizio di un nuovo progetto che coinvolge l’Empoli e Federico Scavo. Il noto dj di Fucecchio, che in 30 anni di carriera vanta 4 dischi d’oro, 2 dischi di platino e il traguardo di esser stato il primo remixer ufficiale della storia dei Pink Floyd, porterà la sua musica alla Carlo Castellani - Computer Gross Arena per coinvolgere il pubblico sia nel pre-partita che durante l’intervallo con uno spettacolo sia sonoro che visivo. La collaborazione, che vedrà Scavo essere accompagnato da ospiti internazionali differenti per ogni partita, durerà per tutta la stagione ed è una novità nel panorama calcistico nazionale. 

Gli inizi

Il suo percorso musicale è iniziato nella cameretta dell’amico Simone Pacini, fucecchiese e deejay come lui; a quei tempi esistevano dei giradischi a cinghia, dove i vinili andavano spinti con le dita e dove Scavo e l’amico passavano ore o ore. Ogni sabato, inoltre, andavano alla Galleria del Disco di Firenze a cercare le ultime novità.

Il decollo

Poi, a 17 anni, la vera svolta: «Grazie all’amico Claudio Mingardi – racconta Scavo – sono diventato dj d’appoggio al Boccaccio, potevo aprigli e chiudergli le serate. È stata una grande palestra di vita per me, perché Claudio mi ha dato fiducia e mi ha fatto vedere come si fa il producer, aspetto oggi fondamentale di questa professione. Poi sono passato anche dal Concorde – la domenica pomeriggio – grazie ad Alessandro Del Fabbro e finalmente sono diventato dj ufficiale per la prima volta a “Belli e Pitoni” di Lucca, passando per il Faruk, la Capannina e praticamente tutti i locali della Toscana».

I sacrifici

Scavo, però, per un lungo periodo ha fatto due lavori per permettersi di coltivare il suo sogno musicale: «La mia famiglia – ha raccontato al Tirreno – viene dal sud, i miei genitori si sono conosciuti qua e dopo mille sacrifici hanno aperto una conceria a Ponte a Cappiano; mio padre mi diceva di lavorare sia in conceria che alla consolle e di scegliere ciò che mi dava più prospettive. Fare i turni ai bottali mi ha insegnato tanto, quella di mio padre è stata una vera lezione di vita».

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