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Montelupo, Maura è l'astronoma da record: «Ho 208 figli nell'universo»

Montelupo, Maura è l'astronoma da record: «Ho 208 figli nell'universo»

Tombelli, ex bancaria, al top mondiale per asteroidi scoperti. «Folgorata dalle stelle cadenti in una notte di San Lorenzo»

17 giugno 2024
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Montelupo Alzi la mano chi può vantare di avere ben 208 “figli” nell’universo. Probabilmente nessuno, se non l’astronoma non professionista montelupina Maura Tombelli, la 71enne record-woman in testa nella particolare classifica riservata a chi scopre più asteroidi al mondo.

Maura a 36 anni dalla banca dove lavorava ha deciso che doveva alzare gli occhi al cielo: si compra un telescopio e da lì la sua vita svolta, si perde felice fra asteroidi, comete, stelle che nascono e stelle che muoiono. Con una particolare predilezione per gli asteroidi, quei “detriti” frutto della formazione di un sistema solare che non sono stati inglobati in un pianeta. Corpi celesti che i disaster movie americani ci hanno insegnato a temere (basti pensare a Bruce Willis che in Armageddon si immola per salvare il mondo da un asteroide grande come il Texas) ma che in realtà sono a tutti gli effetti piccoli tasselli di un universo la cui comprensione è in continua espansione.

Maura insieme agli amici di una vita è riuscita a realizzare l’Osservatorio Beppe Forti a Montelupo per far conoscere l’universo a grandi e piccini. E per far capire che guardando il cielo c’è più da scoprire che da temere. Raggiungiamo Maura di domenica mattina, reduce da una notte all’osservatorio. Perché osservare il cielo è una passione da nottambuli. Quell’osservatorio oggi è protagonista di un libro, intitolato “Per caso...un osservatorio, il Beppe Forti”. Maura Tombelli è stata protagonista di tantissime scoperte e intitolazioni. Il primo asteroide ha preso il nome del mentore Beppe Forti, ma altri sono dedicati a Samantha Cristoforetti, Alex Zanardi, Piero Angela e non solo.

Tombelli, come si scoprono ben 208 asteroidi?

«Io ho iniziato tardi, a 36 anni e con un gruppo da amici. Ma già da piccola rimanevo affascinata dalle stelle cadenti per la notte di San Lorenzo.

Sono passati tanti anni e penso che la mia storia possa essere da esempio: una bancaria donna che riesce a ottenere un primato mondiale dimostra che la vita offre una possibilità a tutti. E che l’astronomia non è per forza un mondo riservato a pochi».

Ma cosa sono per lei quegli asteroidi?

«Sono come i miei figli, i miei 208 figli nell’universo. La prima volta che ho visto una supernova (l’esplosione di una grande stella) nella galassia M66 all’interno della costellazione del Leone, mi sono commossa.

Era il 4 marzo 1989 e quello è stato come il primo amore che non si scorda mai. Guardare il cielo mi dà pace e mi fa sentire un piccolo tassello di questo mosaico che dobbiamo osservare col cuore e che si chiama universo».

A quali asteroidi è più affezionata?

«A quello a cui ho dato il nome di mio padre Aldo, il 17019. Ma quello a cui tengo di più mi lega alla figura di Giovanni Paolo II: un amico mi contattò perché serviva un asteroide da dedicare all’Università Gregoriana. Noi lo trovammo ma non fu possibile festeggiare perché l’appuntamento col pontefice era fissato per il 12 settembre 2001; riuscii comunque a incontrarlo ma il mondo era stato appena scosso dagli attentati terroristici dell’11 settembre».

Perché avete creato un osservatorio?

«Per i posteri, non per noi. Abbiamo circa 100 iscritti di cui 40 attivi. E ci sono anche dei giovani, particolare che mi rende orgogliosa.

D’altronde lavoriamo da tempo con le scuole e anche con studenti delle università che studiano fisica. Ma la cosa più bella è vedere le persone uscire dall’osservatorio col sorriso».

Come si invogliano i giovani a volgere gli occhi al cielo?

«Sicuramente non dobbiamo sottovalutare le domande che ci fanno e rispondere sempre, perché la loro curiosità va premiata e non frustrata.

E poi in generale vale sempre lo stesso insegnamento: fate ciò che vi piace perché è l’unico modo per eccellere. Ognuno – come diceva Einstein – è un genio ma se si giudica un pesce dalla sua capacità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà l’intera vita a credersi stupido».

L’osservatorio fu inaugurato da Piero Angela: quanto mancano figure come lui?

«Io ho conosciuto sia Piero Angela sia Margherita Hack, due giganti da questo punto di vista. Ed è grazie a loro che ho iniziato a fare divulgazione». l

 

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