Cecina, accerchiato e preso a pugni nell’indifferenza del branco. Il fratello: «Voglio raccontare tutto, senza paura»
Il fratello del 49enne picchiato: «I ragazzini facevano i video e incitavano alle botte»
CECINA. Da solo, accerchiato, schernito e malmenato. Preso a pugni mentre è a terra da un ragazzino. Nel frattempo il gruppo di coetanei, intorno, guarda. A tratti incita. E riprende tutto. «Fai il video, fai il video», dice un ragazzo. Intanto un altro, in sottofondo, intona la canzone di Rocky. Solo quando l’uomo, rannicchiato al suolo, tenta di proteggersi il volto con le mani spunta una frase: «Basta, la fai finita. Avrà quarant’anni». E qualcuno prova a intervenire. «Sono deluso e amareggiato per ciò che è successo a mio fratello. Fa male sapere che i nostri ragazzi sono anche così. Ma, più di tutto, fa male l’indifferenza». Leonardo Bernardeschi, da parte sua, ne è uscito con qualche escoriazione. «È stato dimesso dal pronto soccorso con sette giorni di prognosi, ma le sue ferite sono soprattutto interiori», racconta il fratello Massimiliano, che autorizza a pubblicare le generalità sue e del fratello. Lo fa, spiega, «perché noi non ci nascondiamo. Non abbiamo intenzione di voltare la testa dall’altra parte. Perché questi ragazzi, peraltro minorenni, dovranno prendersi le loro responsabilità». Ma andiamo con ordine.
L’accerchiamento
È sabato sera quando, intorno alle 21, Leonardo arriva al Prato e si avvicina a una panchina, poggia la bicicletta e si siede. «Mio fratello ha 49 anni – racconta Massimiliano – è un uomo che ha dei disagi, ma comunque è una persona buona». Era «in stato di confusione» quando gli si sono avvicinati dei ragazzi. E ha continuato ad esserlo anche dopo. «Hanno cominciato a prenderlo in giro e a dargli fastidio. Gli hanno preso il cappello, lanciandolo via. Poi gli hanno nascosto la bicicletta». A un certo punto l’uomo – come si vede in una serie di filmati girati con i telefonini – viene accerchiato da un gruppo di ragazzi.
«Erano decine»
«Erano decine, una settantina. Uno di loro l’ha attaccato, lui ha cercato di bloccarlo ma è finito a terra e un ragazzo l’ha bloccato prendendolo a pugni». Il tutto, spiega il fratello, «nell’indifferenza degli altri che, anziché intervenire ridevano incitando l’altro ragazzo a continuare a picchiarlo».
«Tutti a guardare»
Il fratello di Leonardo da una parte ritiene «che l’arte marziale vada praticata sul ring e non per strada sulla gente» e, dall’altra, sottolinea come «è giusto che mio fratello sia rispettato. E ciò che è successo è vergognoso». I diretti interessati hanno quindi deciso di raccontare questa storia e si sono anche rivolti alle forze dell’ordine. In questi giorni formalizzeranno la denuncia. «Vorremmo ringraziare il maresciallo Claudio Petrini e tutta la stazione dei carabinieri oltre al comando della polizia municipale e all’amministrazione comunale, che ci ha chiamato per manifestarci il suo sostegno». E, nell’amarezza, adesso c’è un solo auspicio: «Spero che i genitori riescano a spiegare ai nostri ragazzi che certi comportamenti sono sbagliati. Picchiare le persone lo è». Ma è sbagliato anche «stare fermi a guardare mentre questo succede. L’indifferenza fa male. Molto male».
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