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Droga e riti sciamanici, chiuse le indagini sull’operazione Mexal a Rosignano - Tutti i nomi

Droga e riti sciamanici, chiuse le indagini sull’operazione Mexal a Rosignano - Tutti i nomi

Sedici persone indagate per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti usate in presunti "riti di purificazione"

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ROSIGNANO. In ballo – secondo l’accusa – ci sono sostanze come mescalina, kratom e ayahuasca. Allucinogeni che sarebbero stati usati per «riti di purificazione». E che hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati, con l’accusa di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti, di 16 persone, poi arrestate dai carabinieri (tranne una che risulta ancora latitante) in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare durante quella che ha preso il nome di operazione Mexal. Adesso il sostituto procuratore titolare dell’inchiesta, Ezia Mancusi, ha chiuso le indagini notificandone la conclusione ai diretti interessati che adesso potranno chiedere, tra le altre cose, di essere sottoposti a interrogatorio prima che sia formalizzata un’eventuale richiesta di rinvio a giudizio.

L’inchiesta

L’inchiesta, portata avanti dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Livorno diretto dal maggiore Guido Cioli, ha preso avvio nel 2023, quando i poliziotti francesi hanno intercettato un pacco all’aeroporto di Parigi. Dentro c’erano due chili di mescalina, un allucinogeno che si ottiene dal peyote una pianta utilizzata in America Latina per i riti sciamanici. Il carico era diretto in Italia, ed esattamente a Castiglioncello, avente come destinataria la mamma (estranea ai fatti) dell’imprenditore Bernardo Bartoletti, già titolare della gelateria Dai Dai. Secondo l’accusa l’uomo avrebbe ordinato per posta o fatto viaggi fra l’Italia e il Sudamerica facendosi spedire o portandosi dietro nel bagaglio la mescalina e avendo disponibilità anche di kratom (principio attivo della “mitragyna”) e ayahuasca (letteralmente “liana degli spiriti”, detta in gergo “changa”). C’è poi l’accusa di spaccio di hashish e marijuana. Ed è dall’ascolto delle intercettazioni che i carabinieri hanno individuato un altro uomo poi indagato: Bruno Bugliesi di Quercianella, accusato di vendita di cocaina per aver tenuto una serie di rapporti “commerciali” con alcuni spacciatori della zona. I militari, complessivamente, hanno ricostruito un giro di spaccio a cui avrebbero preso parte varie persone da 150.000 euro in sette mesi (dall’ottobre del 2023 all’aprile di quest’anno, 70.000 euro derivanti dall’hashish e 80.000 dalla cocaina), con cessioni anche di eroina.

Gli indagati

Oltre a Bartoletti (attualmente ai domiciliari e difeso dall’avvocato Luca Ancona) e Bugliesi (ai domiciliari difeso dall’avvocato Nicola Giribaldi) sono stati indagati anche Seif Sannen (per spaccio di hashish e difeso da Nicola Giribaldi); Wael Otay (spaccio di coca ed eroina e difeso da Barbara Luceri); Mohammed Otay e Nassredine Talbi (spaccio di coca e difeso da Enrico Roccasalvo); Makrem Talbi (spaccio di coca e hashish e difeso da Gabriele Dell’Unto); Bader Salov (spaccio di coca e difeso da Barbara Luceri); Maurizio Montorzi di Piombino (spaccio di hashih e difeso dall’avvocato Stefano Carta); Hamdi Mouradi (spaccio di hashish e difeso da Luciano Picchi); Oussama Belarbi (spaccio di cocaina e difeso da Luciano Picchi); Paolo Ceccarini (ai domiciliari a Livorno per spaccio di coca e metadone e difeso da Marco Talini); Massimo Scotto (ai domiciliari a Livorno per spaccio di hashish e difeso da Nicola Giribaldi); Alesando Simone Pini (spaccio di hashish e difeso da Cristiano Spadoni) e Ammar Otay (spaccio di coca e hashish e difeso da Jennifer Pelosi). Figura poi un altro uomo nato in Tunisia che risulta ancora ricercato.

Cosa succede ora

Una volta ricevuta la notifica, gli indagati hanno tempo venti giorni per fare le proprie richieste, tra cui quella di essere sottoposti a interrogatorio per fornire la propria versione dei fatti. Dopodiché il pubblico ministero titolare dell’inchiesta farà la propria. Tra qualche giorno, dunque, dovremmo sapere se avrà chiesto al giudice il processo per gli indagati.


 

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