Il Tirreno

Ambiente

Spiagge bianche, liquami alle stelle nel fiume Fine: i risultati delle analisi e il divieto di balneazione

di Claudia Guarino

	Un tratto del fiume immortalato da un cittadino 
Un tratto del fiume immortalato da un cittadino 

Ecco cosa c'è nell'acqua dopo lo sversamento di un'azienda agricola. Arpat: «Così i pesci non sopravvivono»

27 agosto 2024
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ROSIGNANO. Livelli di azoto ammoniacale e fosforo (entrambi presenti nelle deiezioni) alle stelle. Ecco cosa c’è nell’acqua del Fine. E se i risultati delle analisi di Arpat non fanno altro che confermare la presenza di liquami nel fiume, contribuiscono d’altra parte a dare la misura del fenomeno. A valle dello scarico, per esempio, si registrano 518 milligrammi di ammoniaca per litro (il valore limite è 1) e 63 mg/l di fosforo (il valore limite è 0, 14). Del resto, per capire che lo sversamento è stato importante, basta dare un’occhiata al colore che il fiume ha assunto e alle carcasse dei pesci che continuano a spuntare sul pelo dell’acqua. E dato che le panne non possono trattenere ciò che non è solido, i liquami procedono verso il mare (per adesso inesorabilmente, al netto dell’aspirazione fatta in certi punti). Nel frattempo resta in vigore l’ordinanza del sindaco, in attesa di ulteriori sviluppi anche lato indagini. Ma ricapitoliamo l’intera questione attraverso la nota di Arpat.

L'azienda e la tubazione che sversa liquami

Il 16 agosto il dipartimento Arpat di Pisa viene attivato per uno sversamento di liquami nel Fine «da una tubazione proveniente dall’azienda agricola Fattorie Toscane nel Comune di Santa Luce, segnalando anche la presenza di pesci morti nel fiume. La polizia provinciale di Pisa ha informato di aver individuato come probabile causa uno sversamento da uno scarico derivante dal collettore sull’argine del torrente Fine di una vasca di sedimentazione liquami dell’azienda agricola Pesce, che effettua allevamento di bovini». Il 17 agosto viene poi attivato anche il dipartimento Arpat di Livorno «perché lo sversamento di liquami aveva interessato anche la parte a valle, in corrispondenza del guado in prossimità di Macchia Verde».

Arpat dice che le analisi del 16 agosto (poi confermate da quelle fatte il giorno dopo) evidenziano che «la concentrazione di sostanze, rappresentative di inquinamento, determinate nel torrente Fine a valle dell’immissione dei reflui provenienti dall’insediamento Fattorie Toscane di Pesce Gloria, sono risultate modificate in modo significativo. I valori misurati sono, inoltre, compatibili con l’evento di moria di pesci rilevato nel tratto a valle del corso d’acqua. Le concentrazioni di azoto ammoniacale e di sostanza organica sono tali da aver precluso la sopravvivenza della fauna acquatica in prossimità dello scarico».

Il 20 agosto Arpat ha poi effettuato un campionamento in mare constatando che, relativamente alla foce del fiume, le analisi hanno dato esito favorevole. I valori sono cioè nella norma per quanto riguarda la concentrazione di escherichia coli ed enterococchi intestinali. Per adesso resta comunque in vigore il divieto di balneazione alla foce (perché se i liquami al momento non sono arrivati al mare non è escluso che questo in futuro potrebbe succedere) e il divieto di prelevare l’acqua dai pozzi collegati al Fine per irrigare i campi. Nel frattempo i cittadini continuano a segnalare la presenza di acqua scura e di liquami.


 

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