Rosignano, apre a settembre una casa per le donne vittime di violenza
Una iniziativa messa in campo dalla Pubblica Assistenza di Rosignano, Solvay mette a disposizione l’immobile
ROSIGNANO. A giugno del 2022 è nato lo sportello di ascolto antiviolenza sulle donne chiamato “progetto Vanessa” una iniziativa messa in campo dalla Pubblica Assistenza di Rosignano. A poco più di un anno dalla nascita si sta chiudendo, in queste settimane, il percorso che l’associazione ha intrapreso insieme a Solvay. L’azienda metterà a disposizione per questo progetto una casa che potrà ospitare, per due o tre settimane, fino a quattro donne vittime di violenza. «Una casa per le emergenze – spiega Chiara Bianchi – responsabile dello sportello attivo preso la pubblica assistenza in via Pel di Lupo – dove le donne potranno trovare un luogo sicuro, sereno e temporaneo in attesa della loro sistemazione definitiva».
Lo sportello Vanessa (Volontarie Anpas Esperte in Sportelli Antiviolenza) è un progetto che mira ad avviare una rete che può dare risposte su temi importanti e delicati come quello sulla violenza alle donne. Inoltre la Pubblica Assistenza ha formato operatrici in collaborazione con il Centro Lilith di Empoli e con la Regione Toscana. Una necessità, quella di aprire a questo servizio perché, anche se il Comune di Rosignano conta circa 30mila abitanti e non vive, dunque, la realtà delle grandi città, non mancano episodi di violenza che troppo spesso le donne, per paura, vergogna o per mancanza di indipendenza finanziaria, finiscono per subire.
«E non si tratta solo di violenze fisiche – dice Bianchi – ma anche psicologiche che si trascinano per anni». Al momento «al centro si sono rivolte una decina di donne, quasi tutte italiane – dice Bianchi – molte di loro hanno necessità di parlare, di raccontare i loro disagi, altre di avere una consulenza economica perché non sanno neppure se hanno o meno un conto in banca. Alcune sono state avviate ad un percorso psicologico, altre ad un percorso legale ma per le situazioni più gravi dobbiamo agire in poco tempo. Per questo è importante avere sul territorio una casa per le emergenze. Una struttura che ha una utilità notevole, anche se temporanea, per poi trovare una sistemazione definitiva a queste persone».
Una casa che verrà inaugurata a fine estate: «ma sarà una inaugurazione in differita – dice Bianchi – non possiamo far sapere dove questa casa si trovi altrimenti corriamo il rischio che queste donne possano essere contattate da mariti o compagni e che le violenze, anche quelle psicologiche, possano continuare». Dovrà essere dunque una casa particolarmente protetta. «Molte persone pensano che a rivolgersi a questo sportello siano prevalentemente donne che arrivano da Paesi stranieri che hanno una diversa cultura rispetto alla nostra. Invece, su dieci persone che si sono rivolte al nostro sportello, solo 2 erano straniere; 8 sono italiane e vivono nel territorio comunale». Un problema sommerso ma che gli stessi volontari della Pubblica assistenza hanno più volte vissuto intervenendo su casi specifici di violenza e non sapendo poi come agire. Da qui anche la volontà di aprire lo sportello Vanessa.
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