Il Tirreno

La tragedia

Omicidio-suicidio a Castagneto, chiesta l’autopsia sui coniugi trovati morti

di Gabriele Buffoni
Omicidio-suicidio a Castagneto, chiesta l’autopsia sui coniugi trovati morti

Per la Procura un atto dovuto per fornire agli inquirenti tutti i dettagli del caso. L’omicidio-suicidio di giovedì ha sconvolto la comunità di Castagneto Carducci

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CASTAGNETO. Questione di giorni. Forse già all’inizio della prossima settimana. Basterà attendere i tempi tecnici della Procura, poi i due corpi di Rosina Rossi e Bruno Falleni saranno sottoposti ad autopsia. Si avranno così tutte le risposte del caso di omicidio-suicidio che ha lasciato sconvolta la comunità di Castagneto Carducci all’alba di giovedì.

Non sarà quindi un semplice esame esterno delle salme, come inizialmente predisposto e giudicato evidentemente non sufficiente alla luce della delicatezza del caso. Il pm Giuseppe Rizzo, incaricato di dirigere le indagini, lo ha ritenuto «un atto dovuto»: solo l’esame autoptico può infatti fornire agli inquirenti il quadro più completo e dettagliato possibile. Per quanto non sembrino esserci per gli inquirenti ulteriori dubbi sulla dinamica di quanto accaduto all’alba di due giorni fa nella villetta di via Nemorense, in località Bagnoli.

Secondo una prima ricostruzione eseguita dai carabinieri della compagnia di Cecina intervenuti sul posto Falleni, 80enne ex operaio di uno scatolificio di Donoratico da tempo in pensione, avrebbe atteso le prime luci dell’alba prima di decidere di compiere un gesto estremo. Per la consorte, da tempo con problemi di deambulazione e bisognosa di cure costanti da parte del marito, e infine anche per se stesso.

L’uomo avrebbe infatti impugnato il suo fucile da caccia – un Beretta Sovrapposto: si tratta di un’arma tipica dei cacciatori (così come di alcune pratiche sportive come il tiro a volo) , simile alla doppietta ma con le due canne sovrapposte, appunto, una sopra l’altra – e avrebbe sparato un primo colpo mortale contro la moglie distesa nel letto della loro camera. Poi l’80enne avrebbe ricaricato il fucile e, puntandoselo alla testa, si sarebbe suicidato, crollando a lato del letto a pochi centimetri dalla moglie con cui ha condiviso un’intera vita di coppia insieme.

Livornese d’origine, da oltre cinquant’anni Bruno Falleni era diventato un castagnetano doc, per quanto d’adozione. Diversa invece la provenienza della moglie Rosina, di 75 anni: figlia del conosciutissimo Ario Rossi detto “della Fontaccia”, uno dei personaggi più noti di Castagneto (che doveva il suo soprannome alla località dove la famiglia viveva) , era una castagnetana molto nota in tutto il paese. Entrambi avevano partecipato attivamente alla vita anche pubblica della comunità, attraverso l’organizzazione delle feste del comune e la partecipazione alle attività della locale società di pallavolo dove giocava il figlio, Luca, che da tempo aveva lasciato Castagneto per motivi di lavoro trasferendosi a Torre del Lago.

È stato proprio lui, tornato a casa dei genitori per dare loro un supporto – dormiva in una stanza al piano inferiore – a trovare i corpi nella camera da letto dopo aver sentito i due spari. E a chiedere aiuto ai vicini di casa: una donna che abita a pochi passi dalla villetta della coppia è stata infatti la prima a chiamare i soccorsi anche se ormai era troppo tardi per salvare la coppia.

Alla base di questo omicidio-suicidio ipotizzato dagli inquirenti ci sarebbero le condizioni di salute della coppia: se la moglie aveva infatti problemi di deambulazione e aveva iniziato a soffriva di forti dolori – tanto che, raccontano alcuni vicini, negli ultimi giorni rare sarebbero state le notti di sonno passate in tranquillità – l’ex operaio 80enne era malato da tempo. In passato si era anche sottoposto a cure e interventi per contrastare la malattia ma proprio nella giornata di mercoledì aveva ricevuto l’esito – tutt’altro che positivo – di alcune analisi specialistiche. Che probabilmente l’avrebbero costretto a nuovi cicli di cure, riducendo tempo e forze per accudire la consorte.

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