Versilia, la Forestale apre un’indagine sulle battute di caccia ai cinghiali
Al vaglio presunti comportamenti illeciti da parte delle squadre
MASSAROSA. La battuta al cinghiale è iniziata ormai da più di un mese, e nel Comune di Massarosa stanno arrivando segnalazioni di possibili attività non regolari da parte dei gruppi di cacciatori. Da Stiava a Piano del Quercione, da Massaciuccoli ai paesi collinari, i cittadini lamentano passaggi delle squadre all’interno di proprietà e giardini privati, uso di repellenti come la creolina, pasture per foraggiare gli ungulati e appostamenti a pochi metri dalle abitazioni e dalle strade comunali. E le stesse segnalazioni sembrano essere arrivate anche all’attenzione dei carabinieri forestali della stazione di Camaiore, che hanno confermato di aver avviato delle prime indagini. Sulle quali, però, al momento mantengono il massimo riserbo.
Quello della caccia al cinghiale è un argomento molto dibattuto. In questi ultimi anni il proliferarsi dell’animale ha causato diversi danni all’agricoltura e agli allevamenti, con casi di peste suina riconducibili proprio agli ungulati. La Regione Toscana è intervenuta con regolamenti, approvati lo scorso luglio, per aumentarne gli abbattimenti e per venire incontro agli allarmi lanciati dagli agricoltori. Una novità riguarda la possibilità, per le imprese agricole, di poter usare propri dipendenti cacciatori per l’abbattimento dei cinghiali nei terreni di proprietà su delega ed autorizzazione della polizia provinciale e in aree interessate dalla peste suina. E pure la stagione della caccia è stata allungata da tre a quattro mesi. Anche il territorio del comune di Massarosa è tradizionalmente un luogo dedito all’attività venatoria, data la presenza di ampie zone boschive abitate dai cinghiali. E molte di queste sono diventate aree dedicate alla caccia. Le zone di Montigiano e Massaciuccoli, i boschi che da Stiava salgono verso la via Panoramica e tutta la parte collinare che da Pedona scende verso Camaiore ne sono alcuni esempi. E intorno a queste aree esistono anche due perimetri di confine, il primo di 100 e il secondo di 400 metri che hanno proprie regolamentazioni e che ammettono la possibilità di cacciare senza incorrere in sanzioni.