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La storia

Veronica, in Versilia una super mamma per sette: «E a gennaio...». Come si vive in una famiglia “extralarge”

di Luca Basile

	Versilia: la famiglia Mattugini 
Versilia: la famiglia Mattugini 

Forte dei Marmi, 44enne racconta come ci organizza: «E pensare che dopo il primo dissi basta. Mio marito fa il geometra e non viviamo certo in una villa. Ma ci stiamo »

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FORTE DEI MARMI. «Noi non siamo la famiglia del “mulino bianco”. Che poi, siamo sinceri, neanche esiste. Ci sono le discussioni, il disordine, le giornate un po’ così, come in ogni altra famiglia. Moltiplicate per nove che è poi quanti siamo sotto lo stesso tetto. Ma moltiplicate per nove ci sono anche le gioie, le condivisioni, le risate. Se rifarei tutto? Certo che sì». Vittoria Apuana, periferia in letargo autunnale della griffata Forte dei Marmi: Veronica Alberti, 44 anni è seduta in un bar della piazzetta di paese. Nei dintorni si conoscono tutti.

In arrivo l’ottavo figlio

Veronica forse la conoscono ancora di più, perché è la mamma di sette figli e perché ancora a breve, agli albori del nuovo anno, nascerà il “baby8” come lo ha già ribattezzato. «Sarà un maschio, per la gioia del primogenito, Emmanuele, 21 anni: dopo di lui solo femmine. Era “accerchiato”. Da gennaio in poi non sarà più solo» ride Veronica che ha una modalità, di dialogo, di sguardi, di approccio, che trasmette serenità. «In realtà è mio marito (Lorenzo Mattugini) quello forse più tranquillo in famiglia: diciamo che uno compensa l’altra nei momenti più difficili. Che ci sono, che vanno affrontati. E che poi si risolvono. Insieme».

La maxi famiglia

Dunque la famiglia extra-extra large, si prepara ad accogliere il suo decimo componente, nonché il figlio numero otto. «Non abbiamo ancora scelto il nome. Si vedrà, non c’è fretta. Se una cosa ho imparato da tutte le mie gravidanze – le parole di Veronica – è quella di affrontare il quotidiano con calma, non guardare troppo oltre. Non essere apprensivi. Anche se poi né alla sottoscritta e né a Lorenzo piacciono i mezzi a due ruote motorizzati e quindi i nostri figli, quelli in età, per spostarsi si muovono con altro: bicicletta, bus, a piedi. Mugugni? Ovvio, ma neanche tanto».

Allora, proviamo a ricapitolare: Emmanuele, 21 anni, Sara, 20, Virginia, 18, Ester 16, Maria 10, Anna, 7 e la piccolina di casa, per il momento, che risponde al nome di Agnese: 3 anni. «E pensare che dopo la nascita di Emmanuele a mio marito avevo detto: basta, sarà figlio unico. Era stato un travaglio lunghissimo. E invece...». E invece un anno dopo nasce Sara. «Non esiste alcun motivo particolare dietro una famiglia così numerosa – prosegue Veronica –. Li abbiamo tutti voluti, quello sì, anche se quando ho saputo di essere incinta per l’ottava volta per qualche istante ho traballato, diciamo così. Poi ci ha pensato mio marito: “Che problema c’è. Sarà bello, come per tutti gli altri”, mi ha detto. Però sia chiaro, il piccolino in arrivo sarà l’ultimo. A 44 anni direi che è l’ora di dire veramente basta».

Una famiglia economicamente «normale»

Veronica Alberti, con la nascita di Virginia, aveva deciso di smettere di lavorare e di dedicarsi a tempo pieno alla famiglia. «Nessuna rinuncia, solo una mia liberissima scelta: dopo gli studi ho fatto le stagioni estive negli stabilimenti balneari. Con la nascita di Virginia ho detto a Lorenzo che preferivo restare a casa, perché volevo accompagnarli nella prima crescita, non lasciarli in un nido. L’ho potuto fare perché abbiamo una condizione economica che ce lo permette, anche se non siamo, a scanso di equivoci, una famiglia con chissà quali disponibilità di denaro. Mio marito è un libero professionista, geometra, quindi riesce a organizzare il lavoro anche in base alle esigenze della famiglia. Sotto questo punto di vista mi sento una privilegiata. La casa è tutt’altro che una villa: relativamente piccola per nove , anzi fra poco, dieci persone. Ma ci stiamo e soprattutto abbiamo un giardino ampio dove rifugiarci quando necessario». Anche se mettere a tavola nove persone, semplice non è. «Nove, ma anche di più, talvolta: ci sono gli amici dei figli e quindi si improvvisa nella confusione. Ma va bene, è bello anche così. E poi ci diamo una mano, talvolta ci sono i nonni, i figli più grandi si prendono cura dei più piccoli, anche se alla fine i figli fanno i figli, come è giusto che sia. Cosa penso di quelle coppie che decidono di non averli? Sono scelte personali, chi sono io per dire cosa sia giusto o meno. Ci sono situazioni, anche economiche, che penalizzano, altre dettate da priorità che rispondono ad esigenze diverse».

Le difficoltà

I momenti difficili, come da premessa, non mancano. «Eccome: il periodo del Covid, ad esempio. Una grossa mano ce l’ha data la possibilità di stare in giardino. E poi penso all’adolescenza, quando arriva è un uragano. Mio marito e io cerchiamo di approcciarci a ognuno di loro in modo diverso. Perché non esiste una sola modalità di comportamento – precisa Veronica –, ma tanti modi diversi. Ma noi li vediamo come tutti valori aggiunti». Il tempo libero alla fine è quello che è. «Qualche spazio però anche per noi riusciamo a trovarcelo. Certo, non si va in discoteca, ma le passeggiate, l’uscita con un’amica o con gli amici, riusciamo ancora a farle. E poi, quando il piccolino in arrivo sarà più grande magari mi rimetterò a studiare: non è una priorità, ma mi piacerebbe. Ma, come ho detto, è inutile pensare troppo in là. Per come la vedo io la vita è un dono e come tale vale la pena di viverla come una splendida avventura, una storia da scrivere a più mani». 

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