Omicidio di Viareggio, Salvini: «Dramma, ma conseguenza di un crimine». L’arcivescovo di Lucca: «Il video? Comportamento sbalorditivo»
Il ministro sul caso: «Se l’uomo che ha perso la vita non fosse stato un delinquente, non sarebbe finita così». Monsignor Giulietti: «Non è legittima difesa»
VIAREGGIO. «La morte di una persona è sempre una tragedia e la giustizia dovrà fare il proprio corso. Questo dramma, però, è la conseguenza di un crimine: se l’uomo che ha perso la vita non fosse stato un delinquente, non sarebbe finita così. Voi cosa ne pensate?». Lo scrive sui canali social ufficiali il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini sul caso di Viareggio, postando una foto della vicenda.
Il messaggio
Il commento del ministro leghista arriva a poche ore dalla decisione del gip, dopo l’udienza di convalida, per gli arresti domiciliari a Cinzia Dal Pino. La donna, imprenditrice balneare di 65 anni, nell’interrogatorio ha confermato l’episodio, spiegando che in quella borsa c’erano «documenti molto importanti» e che «non volevo uccidere». Attraverso il suo avvocato, Enrico Marzaduri, aveva chiesto una misura alternativa al carcere, mentre la procura aveva chiesto gli arresti domiciliari. La sessantacinquenne avrebbe spiegato di non aver chiamato la polizia perché il suo cellulare era nella borsa che le era stata rubata poco prima.
Monsignor Paolo Giulietti
«Ho appreso con vero sgomento quanto accaduto nella notte tra domenica e lunedì scorsi in via Coppino a Viareggio». Inizia così il commento dell’arcivescovo di Lucca mons. Paolo Giulietti sulla vicenda e aggiunge: «Negli ultimi tempi ci sono una serie di episodi che coinvolgono persone e famiglie “normali”. Che a un certo punto mettono in atto dei comportamenti di una violenza incredibile. Sia dentro le pareti domestiche sia sulla pubblica via come accaduto appunto a Viareggio. Ma si tratta di persone “normali” non di persone riconosciute come violente o di casi particolarmente problematici da un punto di vista sociale. Protagonisti di queste violenze sono, cioè, persone dalle quali nessuno può immaginare che emergano comportamenti devianti. Già questo ci fa capire che non si può generalizzare: tutte le facili letture sulla delinquenza restano tali. E questo però ci dice che il male è in agguato. L’uomo è capace di fare del male e bisogna stare in guardia».
«Non è legittima difesa»
E quindi, tornando a quanto avvenuto a Viareggio, mons. Giulietti continua: «Le indagini faranno il loro corso, ma il video che abbiamo tutti visto evidenzia un comportamento sbalorditivo. Come si fa a passare con la macchina più volte sopra il corpo di una persona? Come pensare che una tranquilla e stimata signora, una capace imprenditrice, potesse compiere un’azione del genere? E aggiungo che il male vince quando ci rende cattivi: chi esulta perché questo episodio sarebbe un episodio di legittima difesa dimostra come il male vince. Io dico, non esultiamo, questa non è legittima difesa e non è giustizia! Sappiamo bene, anche grazie agli annuali rapporti Caritas, come la situazione di povertà nella città di Viareggio sia una vera emergenza e vi siano dunque molte persone che vivono d’espedienti e a volte nell’illegalità. Questo può esasperare alcuni e lo capisco. Ma niente, proprio niente può giustificare un omicidio. Non solo perché viviamo in uno Stato di diritto. Ma perché ogni persona, in ogni situazione nella quale si trovi, ha diritto a vivere. Nelle nostre parrocchie, e quindi anche a Viareggio, andiamo in direzione contraria alla violenza e al male: sia dal punto di vista dell’aiuto a chi è in difficoltà ma anche nella promozione di una cultura di pace, di convivenza civile, che cerca di capire e cerca di risolvere i problemi in maniera pacifica, magari insieme ad altri, collaborando».