«Alza le chiappe e vieni a sparecchiare»: cliente maltratta una cameriera, cacciato dal locale
Pietrasanta, la ragazza è scoppiata in lacrime. Il gestore del circolo: «Quello che mi ha colpito è stato il comportamento e la reazione dei soci»
PIETRASANTA. È un mercoledì sera di particolare ressa alla Casa del Popolo di Solaio: tanti soci, tanti commensali, pietanze, vino e risate. A epilogo della cena e in attesa di ordinare il caffè, un uomo, sulla sessantina, con fare spazientito si rivolge a una cameriera e lo fa nel modo più volgare e peggiore possibile: «Ehi tu, invece di stare a chiacchierare, alza le chiappe e vieni a sparecchiare».
Lo ripete ad alta voce, per due volte: la ragazza inizialmente prova a replicare con una battuta, ma poi si allontana. E scoppia a piangere.
Il gestore del Cro, Matteo Giubilato, si trova in un’altra stanza: capisce che sta succedendo qualcosa di poco piacevole, si avvicina, chiede spiegazioni, ascolta e poi invita il sessantenne e il suo gruppo di amici a uscire dal locale. Senza passare dalla cassa. «Non mi interessano i suoi soldi, se ne vada» le parole di Giubilato mentre il socio in questione si allontana, con la classica “coda fra le gambe” fra i commenti e i plausi degli altri soci.
Quello che resta in scia a questa vicenda è l’arroganza e la prepotenza di chi, con poche parole, umilia, o prova a umiliare, una persona, una lavoratrice e la risposta del referente del Cro che preferisce rinunciare ai propri soldi cacciando, di fatto, il cliente maleducato dal locale.
«Credo di avere fatto quello che, semplicemente, andava fatto. Tutto qui. Questa persona non è un socio abituale: era la seconda volta che veniva alla Casa del Popolo. Dopo quanto accaduto due sere fa non è più gradito. Questo modo di approcciarsi a una lavoratrice che, alla pari delle altre, andava avanti e indietro per la sala per garantire un servizio, l’ho trovato legato a una logica padronale che non può appartenerci. Ma premesso questo – le parole di Giubilato – ripeto, non ho fatto niente di eccezionale. Quello che invece mi ha colpito, favorevolmente, è stato il comportamento e la reazione dei soci che si trovavano nel giardino dove è accaduto il fatto. Tutti, nessuno escluso, hanno preso le parti della cameriera, criticando l’uomo e contestandone parole e atteggiamento. Ecco, questo mi sembra un aspetto da sottolineare, a riprova che la sensibilità non manca quando accadono, in determinati contesti, episodi così sgradevoli e che non sono accettabili. Il rispetto per gli altri e in particolare per chi lavora non deve mai venire meno. Su questo non si transige».