Il Tirreno

Versilia

L’intervista

Mimmo D’Alessandro, chi è l’uomo che trasforma in realtà i sogni di chi ama i miti del rock

di Stefano Pasquinucci
Mimmo D’Alessandro nel suo ufficio
Mimmo D’Alessandro nel suo ufficio

Dalla direzione della Bussola di Bernardini all’organizzazione dei concerti di Rolling Stones, Mc Cartney e Stevie Wonder

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Inizia oggi il Summer Festival, manifestazione nata in Versilia, ma che la Versilia non ha saputo comprendere e valorizzare. Un appuntamento che, da ventisei anni, nelle piazze di Lucca ha trovato la propria collocazione ideale, diventando ben presto rassegna di valenza internazionale, con grandissimo indotto e prestigiosa promozione per l’intero territorio. Dietro tutto questo e molto altro ancora, c’è un uomo la cui storia è un insieme di sogni che diventano realtà. Si chiama Mimmo D’Alessandro.

Lo incontro nell’ufficio di Lido di Camaiore dove, al fianco del suo preparatissimo staff, lo spazio di ogni minuto è riempito dalla complessa e articolata attività che i più diversi e straordinari eventi richiedono. È impegnato al telefono per la verifica degli ultimi dati di un Festival che ha già battuto tutti i suoi record. Gli spettatori sono oltre 200mila, l’incasso derivante dalla vendita dei biglietti supera i 16 milioni di euro. Ascolto, ma soprattutto penso ai tanti anni durante i quali ho avuto la fortuna di partecipare personalmente alla costruzione di un successo che è frutto di impegno, coraggio, passione, perseveranza e tantissima forza di volontà. Doti necessarie per affrontare ogni momento di una vita come la sua.

«A Napoli – mi dice – (Mimmo è nato a Somma Vesuviana) siamo consapevoli che ieri è passato e domani non esiste e che, quindi, conta solo il presente a cui dobbiamo destinare tutte le nostre energie. Energie che per un napoletano non possono prescindere dalla musica. La musica, indispensabile come i colori, come le api, è vita, emozione, ricordo. La musica è universale, unisce e ci rende tutti uguali. La musica è Pace».

Ed è a Napoli che, sedicenne, organizza il suo primo concerto. Lo fa in occasione di una festa universitaria molto nota (mach pì cènt), ospitando a bordo di una nave l’esibizione del grandissimo Peppino Di Capri.

La rotta è tracciata, inizia il viaggio. 1970 arriva a Pisa. 1974 si trasferisce a Viareggio perché i suoi occhi e il suo cuore hanno bisogno di vedere il mare. Nel 1978 è direttore a La Bussola di Sergio Bernardini, una leggenda e un maestro i cui insegnamenti risulteranno strumenti preziosi per affrontare le sfide future. «Di quegli anni ho bellissimi ricordi, come una Bmw bianca che utilizzai per accompagnare, nelle tappe del suo tour italiano, la cantante statunitense Sarah Vaughan, soprannominata “La Divina”. Esperienza che fu un segnale, forse una scintilla, che mi convinse a fare il grande passo; mettermi in proprio e organizzare eventi. È il 1979, nasce l’agenzia “On The Road”. Al mio fianco ci sono due ragazzi di una radio con studi a pochi metri dai miei uffici di via Mazzini a Viareggio. L’emittente si chiama Radio Babilonia, loro sono Andrea Giunta e Roberto Pacini. Il primo appuntamento lo proponiamo al Palasport in darsena dove suonano i “Telephone”, gruppo rock francese. A darci una mano, in questo caso, un bravissimo giornalista appassionato di musica: Franco Carratori de Il Tirreno. Piano piano i manifesti di spettacoli con il nostro logo aumentano. Ne cito solo due: Joan Armatrading e Bob Geldof, allora molto noto per avere organizzato il “Live Aid”. A fine 1984 arriva Riccardo Cocciante e con lui Elena Cagnacci che diventa una delle mie più preziose collaboratrici. L’anno dopo ecco la prima grande esperienza televisiva per la diretta sulla Rai, a reti unificate da Bussoladomani, del concerto di San Silvestro, condotto da Paolo Villaggio. L’attività diventa sempre più frenetica, le prospettive aumentano, i sogni si rincorrono. Inizio a confrontarmi con i grandi manager dell’epoca: Mamone, Sanavio, Zard e la possibilità di coinvolgere artisti di fama internazionale si alza in modo esponenziale. Ne ho una riprova nel 1987 quando si concretizza l’opportunità di portare in Italia il “The Glass Spider Tour” di David Bowie. C’è, però, un dettaglio di non poco conto: i 600 milioni di lire che occorrono per firmare il contratto. Non mi perdo d’animo e vado alla banca che mi segue. Faccio la mia richiesta con la sicurezza (meglio dire la speranza) di poter restituire la cifra nel giro di pochi giorni, grazie alla vendita dei biglietti venduti in prevendita. Risultato? Non chiamano l’ambulanza, mi danno fiducia e, passata una settimana, facciamo registrare un incasso di oltre due miliardi di lire. Questa e tante altre esperienze nei vari settori dello spettacolo e dell’intrattenimento, portano a un’altra grandissima svolta che giunge dopo l’incontro con Adolfo Galli, giovane organizzatore di concerti per piccoli gruppi jazz. Prende vita così la “D’Alessandro & Galli” che, oggi, è parte di una solidissima multinazionale quotata in borsa».

Il telefono continua a squillare e, mentre Mimmo risponde, io mi guardo attorno e mi perdo tra i manifesti di momenti musicali che hanno coinvolto gli spazi più belli d’Italia ed emozionato milioni di spettatori. L’elenco dei concerti e degli spettacoli è lunghissimo e quasi incredibile. Ne cito solo due tra quelli che verranno: David Gilmour, sei date al Circo Massimo di Roma, tra fine settembre e inizio ottobre, con biglietti che costavano dai 100 ai 250 euro, esauriti in quattro ore; Taylor Swift a Milano, due date a luglio per celebrare i 17 anni di carriera. Ticket volatilizzati in pochi minuti e offerte online che oggi si trovano con prezzi che vanno da 1000 a 50mila euro.

«Questo però è un mondo diverso da quello degli anni passati – è il pensiero a voce alta di Mimmo – oggi il 95 per cento del mio tempo è occupato dalla burocrazia. Difficile parlare con gli artisti, i riferimento sono gli avvocati, i commercialisti. È come se non ci fosse più la magia e, sinceramente, dovessi iniziare oggi questo mestiere non so se avrei la forza, l’entusiasmo e il coraggio e la capacità di sognare a cui facevo riferimento in passato».

Segue una pausa. Ci fissiamo negli occhi e ripercorriamo mentalmente a ritroso il calendario. Pino Daniele e Massimo Troisi, “La scuola Napoletana” dei vari De Piscopo, Avitabile, Esposito, Senese. Il meraviglioso “Alta Classe” al Versilia, palcoscenico in darsena, al fianco di Sergio Bernardini e Gianni Minà. La festa scudetto della Sampdoria in diretta Rai, Santana in piazza Mazzini, Miles Davis a Bussoladomani («Tutu è per me il più bel disco mai realizzato» mi ha spesso confessato Mimmo), Davis, Zucchero e Joe Cocker allo stadio dei Pini. Il “Concerto per Viareggio” dopo la strage del 29 giugno, i quattordici anni come manager e produttore di Giorgia ed è solo l’inizio di un lunghissimo elenco.

Lo sguardo, adesso, è attratto da alcuni manifesti, incorniciati alle sue spalle; Paul Mc Cartney, Stevie Wonder («Era il mio grande desiderio che mai e poi mai avrei pensato di poter esaudire»), i Rolling Stones. «Li ho seguiti in tutto il mondo – confessa – per portarli in Italia. Alla fine sono riuscito a far firmare loro il contratto prima del concerto che tennero a Cuba davanti a oltre un milione di persone. Non dimenticherò mai quando, finalmente a Lucca, Mick Jagger appoggiò la mano sulle mura e, sorridendo, mi disse: “Una volta tanto suoniamo in un posto più vecchio di noi”».

Potremmo parlare per ore e raccontare storie su storie. È giunto il momento dei saluti anche perché, tra i tanti impegni, ci sono quelli da dedicare a “La prima Estate” che vede il figlio di Mimmo, Enrico, importante punto di riferimento e coordinamento. Lo abbraccio e me ne vado. Un’ultima occhiata alle foto alle pareti. Mi rendo conto di un cosa; il vero spettacolo è il pubblico. Il senso profondo di questo lavoro, caro Mimmo, è la possibilità e la fortuna che persone come te hanno: “creare emozioni”. Grazie!

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