Il Tirreno

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Branco di lupi avvistato a Stazzema

di Tiziano Baldi Galleni
I lupi ripresi da una fototrappola
I lupi ripresi da una fototrappola

La biologa Paola Fazzi: «Ormai la loro presenza è stabile fino a due chilometri dal mare»

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STAZZEMA. Dopo l’episodio della pecora Martino aggredita a Stazzema in località La Croce, e viva per miracolo, ora spunta un video girato da una fototrappola che fa impressione. Si vede, in bianco e nero, un branco di otto lupi, e i loro occhi che brillano, tutti insieme, che sfilano sotto la telecamera piazzata da un privato nei campi sopra il paese. Il video è datato 14 dicembre. E anche se ormai il lupo, dal 2011 presente sulle Alpi Apuane, è una specie che fa parte dell’ecosistema versiliese, i cittadini sembrano non essersene ancora abituati.

Convivere con un animale del genere, e così vicino alle abitazioni, fa sempre timore. Ma sono i biologi incaricati dal Parco delle Alpi Apuane di fare i monitoraggi sui lupi a ribadire che i branchi presenti grossomodo oscillano fra un minimo di quattro a circa sei, e che il lupo non non attacca l’uomo.

«Intanto va detto che quest’anno non si è registrata nessuna situazione di allarme sociale particolare – dice Paola Fazzi, biologa che collabora a questo progetto per il Parco delle Alpi Apuane con Marco Lucchesi – altri anni era successo che i lupi in alcune zone attraversassero ripetutamente paesi», o avessero fatto “mambassa” di animali domestici come a Fabbiano. «Questo non vuole dire che non ci sia presenza di lupi nel territorio – prosegue Fazzi – anzi, sono distribuiti sia nel Parco delle Apuane che fuori, e non hanno nessun limite. Ci sono stati anche segni della loro presenza, come escrementi, al Lago di Porta, un’altra zona dove trovano presenza di cibo come gli ungulati: non la utilizzano quotidianamente ma è una loro zona di perlustrazione e caccia. E siamo quindi a due chilometri dal mare».

Nell’ultimo monitoraggio con la tecnica di Wolf howling (cioè emissione di ululati nel periodo estivo per verificare la eventuale risposta di branchi e cuccioli) i due biologi hanno confermato la presenza di quattro branchi. «Negli anni passati avevamo rilevato dai cinque ai sei branchi, e quest’anno come minimo sono quattro», prosegue Paola Fazzi. Insomma, oscillazioni sono plausibili, ma oramai la loro stabilità e il loro dominio su questa vasta area è una certezza. «Come si nota da questo ultimo video – prosegue –, con otto esemplari, certamente ci possono essere branchi più numerosi, anche durante l'inverno, ma generalmente c’è una fluttuazione costante. Non ci sarà un aumento esponenziale, di anno in anno subiranno variazioni numeriche con i branchi che si ristrutturano. Non ha più senso stare a contare il numero esatto».

Le raccomandazioni infine sono le stesse: «Non fare mai nulla per cercare di avvicinarli e segnalare qualsiasi eventuale comportamento anomalo sia ai carabinieri forestali (al 112) che all’ente Parco delle Apuane; non lasciare fonti di cibo nelle vicinanze delle abitazioni, attenzione ai cani domestici che la notte devono rimanere in casa o non esposti a eventuali attacchi. È importante avere queste accortezze così da non rendere questo animale abituale e confidente alla presenza umana».

Gli animali selvatici, infatti, devono rimanere tali, e non si deve instaurare nessun rapporto fra loro e noi, sarebbe un rapporto errato e allora rischioso. Nel 2023 è iniziato anche il progetto internazionale Live Wilde Wolf (in Italia e altri 8 paesi), e la finalità è proprio quella di gestire i casi dei lupi confidenti. Al momento non riguarda le Apuane ma Paola Fazzi ne è coordinatrice tecnica per l’Istituto di ecologia applicata di Roma.

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