Il Tirreno

Versilia

Il caso

Viareggio, la figlia di Anna Lucarini: «Verità sulla morte di mia madre». Il mistero di un biglietto

di Donatella Francesconi
Un’immagine dell’incidente e, a lato, Serena Mazzolini con la madre Anna Lucarini
Un’immagine dell’incidente e, a lato, Serena Mazzolini con la madre Anna Lucarini

Dopo un anno di silenzio parla Serena Mazzolini: «Mio padre ebbe un altro incidente stradale quando aveva un’altra fidanzata»

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VIAREGGIO. Ha rotto il silenzio lungo un anno Serena Mazzolini, figlia di Anna Lucarini, deceduta un anno fa nell’incidente sulla Sarzanese dell’auto guidata dal marito, Daniele Mazzolini. Che oggi la Procura di Lucca, chiedendone il processo, accusa di aver voluto uccidere la donna che aveva espresso da poco l’intenzione di separarsi. Nel corso della prima udienza preliminare, il Gup del Tribunale di Lucca ha formalizzato l’incarico allo psichiatra viareggino Alberto Petracca che dovrà esaminare l’indagato. L’udienza è stata aggiornata al 13 novembre per la nomina dello psichiatra versiliese, il quale avrà dai 60 ai 90 giorni di tempo per rispondere ai quesiti posti dal giudice al quale spetta la decisione in merito al rinvio o meno a processo dell’uomo.

La cui figlia, dalle telecamera del programma tv “La vita in diretta” del 19 ottobre lancia un appello: «Prima che io nascessi mio padre aveva avuto un incidente mentre era fidanzato con una donna di Firenze. Lei lo voleva lasciare e non ho capito se lui provò un gesto estremo. So solo che lui si è schiantato con l’auto. E lei si è salvata: vorrei sapere perché, come, in quali circostanze. Vorrei solo sapere cosa è successo a mia mamma, che non è qui a raccontare. Forse questa donna, invece, può aiutarmi anche a darmi un po’ di sollievo da questo tormento».

Nel raccogliere la testimonianza della figlia della coppia, che non ha più visto il padre dal giorno della morte della madre, dipendente della polizia municipale di Pietrasanta, la trasmissione Rai ricorda come prima dell’incidente mortale, nel quale anche l’uomo rimase ferito, Serena abbia trovato un biglietto accartocciato, in bagno, tracciato «con una grafia scomposta» ma riconducibile al padre, con il quale l’uomo le chiede di guardare nella tasca di un paio di pantaloni. Dove la ragazza trova 500 euro e un biglietto con su scritto “Serena bene ti voglio”. Un elemento che è stato subito consegnato nella mani degli inquirenti, coordinate dal sostituto Procuratore Sara Polino, il pubblico ministero che sostiene l’accusa nei confronti dell’uomo. L’avvocato di Mazzolini, Luigi Pace, interpellato dal Tirreno ieri ha scelto di non commentare le parole di Serena Mazzolini in televisione. 

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