Lutto per il Cgc: muore a 63 anni Alessandro Bresciani
Era il figlio di Nedo, lo storico vicepresidente.
VIAREGGIO. Domenica era insieme al presidente del Cgc Alessandro Palagi a premiare i partecipanti al torneo organizzato in memoria di suo padre Nedo: ieri si è spento, improvvisamente. Se n’è andato così, quasi in punta di piedi, Alessandro Bresciani, figlio dello storico vicepresidente del Centro giovani calciatori e lui stesso dirigente del club. Aveva solo 63 anni.
Alessandro Bresciani è deceduto nel tardo pomeriggio al Versilia dove era stato portato in quanto già da qualche giorno non stava bene. Alessandro Palagi, presidente del Cgc Viareggio e suo parente, gli aveva consigliato di farsi vedere in ospedale, dove però è arrivato troppo tardi. La situazione è precipitata: una disgrazia improvvisa che ha lasciato attoniti non solo i parenti ma anche tutti coloro che lo conoscevano.
Alessandro era figlio di Nedo, storico vicepresidente del Cgc che aveva gestito per tanti anni insieme alla moglie Giovanna il Bar Nedo in piazza d'Azeglio, un punto di riferimento per tutti gli appassionati di hockey su pista. Lì Alessandro da piccolo era la mascotte del club. Poi man mano che è cresciuto anche lui ha affiancato i genitori nella conduzione del bar che poi è stato chiuso quando Nedo è morto.
Alessandro viveva da solo in via Machiavelli. Anche lui era dirigente del Cgc. E aveva anche fatto il custode del Palabarsacchi per un certo periodo.
La notizia della sua morte, come detto, ha lasciato tutti senza parole. «Non riesco ancora a rendermi conto che sia vero – dice Alessandro Palagi – volevo bene ad Alessandro, perché era una persona buona che si è sempre messa a disposizione del Cgc. Come tutta la nostra famiglia aveva a cuore le sorti della società ed era un tifoso della squadra di hockey. Per lui Nicola, mio figlio, che è stato a lungo il capitano, era un punto di riferimento».
«Era troppo giovane per lasciarci – è il commento di Stefano Poletti, dirigente anche lui del Cgc, che ad Alessandro era legatissimo – se ne è andato un altro che voleva davvero bene alla nostra società. L'ho conosciuto piccolino quando era dentro il bar in piazza d'Azeglio e l'ho visto diventare uomo. Questa è una disgrazia che ci coglie tutti impreparati».
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