Il Tirreno

Viareggio La convocazione del consiglio comunale aperto alla città per parlare della scelta del Comune di accettare il risarcimento da parte di Ferrovie non è stata chiesta dall’associazione dei familiari delle vittime. Lo tiene a precisare il presidente de “Il mondo che vorrei”, sMarco Piagentini, sottolineando anche il fatto di non apprezza l’orario scelto dal Comune, le 9 di mattina di venerdì 24 giugno, quando molta gente sarà al lavoro.

«È alla città, non all’associazione dei familiari, che deve essere spiegato il perché il Comune abbia deciso di uscire dal processo in corso a Firenze – spiega Piagentini – a noi è già stato spiegato dall'avvocato del Comune, Graziano Maffei, che non era stato messo al corrente neppure lui della decisione assunta dall'amministrazione apprendendola in aula nel corso dell'udienza».

La richiesta di un consiglio comunale aperto è stata avanzata innanzitutto dalle opposizioni in consiglio comunale, dal Pd a Spazio Progressista, dalla Lega ai Fratelli d’Italia, alla consigliera del gruppo misto Barbara Paci, richiesta sostenuta anche dalla Cgil (che si era detta disposta anche a pagare le spese se il consiglio fosse stato riunito alla Cittadella del Carnevale dal gruppo Ultras del Viareggio e da semplici cittadini.

«Un consiglio comunale aperto andava convocato prima di prendere la decisione che poi ha assunto il Comune – dice ancora Piagentini – proprio per confrontarsi e spiegare i motivi che l'avrebbero spinto a fare quel passo, Parlandone sarebbe stato decisamente tutto diverso». Barbara Paci aveva proposto di fissare l'inizio del consiglio alle 21, invece è stato convocato alle 9. «In questo modo non so quanti cittadini potranno essere presenti a quell'ora, visto che lavoreranno, e anche noi familiari potremmo non esserci se un’udienza del processo dovesse essere fissata proprio per quel giorno».

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