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Dalia Gaberscik, da figlia d’arte a regina della comunicazione

Dalia Gaberscik, da figlia d’arte a regina della comunicazione

CAMAIORE. Jovanotti, Pausini, Ramazzotti, Antonacci, Baglioni, Morandi, Nannini, Mengoni, Bolle. Sono i nomi di big della canzone italiana per i quali Dalia Gaberscik, attraverso l’agenzia Goigest,...

30 luglio 2016
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CAMAIORE. Jovanotti, Pausini, Ramazzotti, Antonacci, Baglioni, Morandi, Nannini, Mengoni, Bolle. Sono i nomi di big della canzone italiana per i quali Dalia Gaberscik, attraverso l’agenzia Goigest, gestisce la comunicazione. Artisti di prima qualità ai quali lei, figlia di due artisti del calibro di Giorgio Gaber e Ombretta Colli, è legata da affetto e da anni di collaborazione. Ma se le chiedi di dipingere al volo un suo autoritratto, i nomi che le escono di bocca all’impronta sono altri: Roberto, Lorenzo e Luca. Ovvero il marito (nipote di Sandro Luporini) e i figli. «Prima di tutto sono una madre felicissima di due splendidi ragazzi, sposata al nipote di Sandro Luporini dal 1993». A testimonianza che le relazioni sono state (sia nel suo passato che nel suo presente) il punto fermo della sua vita. E, inevitabilmente, anche del suo lavoro. L’essere figlia di Giorgio Gaber, l’aver respirato certe atmosfere, l’essere cresciuta a “pane, cultura e spettacolo” in ambienti dove musica, libri, parole, dibattiti, riflessioni erano cibo quotidiano, ha fatto sì che Dalia possa essere quello che è adesso: una signora della comunicazione, che ogni giorno gestisce l’immagine di molti personaggi famosi, di trasmissioni televisive (è stata Mediaset, alla Rai, ha curato Sanremo, Radio Italia) e, non ultimo, «anche se - confessa - solo con questo non potrei mangiarci», tutela, coltiva e mantiene vivo il nome del signor G., attraverso quella Fondazione Gaber, fondata che all’indomani della morte del padre, il 1° gennaio 2003. «Mio papà mi ha sempre un po’ coinvolto sulle sue cose, mi è venuto naturale rimanere nell’ambiente andando in direzione di una professione che mi mettesse in contatto e valorizzare tante cose che magari senza saperlo ma già conoscevo: ad esempio come entrare in un camerino o come comportarsi in occasione di una prima». (cri.bul.)

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