Il toto-Papa: tra progressisti e conservatori spunta il nome di un italiano
I prelati in corsa: Parolin, Filoni, Zuppi e Pizzaballa Ma non è esclusa una scelta africana o asiatica
Il mondo attende di sapere se il prossimo sarà un Papa in continuità o meno con Francesco e tra i papabili per la successione ci sono anche tre prelati italiani. L’ultimo fu Papa Giovanni Paolo I, al secolo Albino Luciani: morì improvvisamente la notte tra il 28 ed il 29 settembre del 1978. Un pontificato, il suo, di appena 33 giorni. In attesa di conoscere notizie gioiose, la certezza che Jorge Mario Bergoglio sia morto in uno dei momenti più emblematici del calendario liturgico cattolico, nel giorno in cui l’angelo affida l’annuncio della resurrezione di Cristo alle donne accorse al sepolcro. Papa Francesco muore alle 7.35 nella sua residenza di Casa Santa Marta, non solo segnando la fine di un pontificato che ha profondamente trasformato la Chiesa cattolica, ma anche lasciando, involontariamente, al mondo, l’ennesimo messaggio rivolto alla valorizzazione delle donne: «Non dobbiamo privarle della loro voce», diceva nei suo messaggi ricorrenti.
Bergoglio muore il giorno del Lunedì dell’angelo. Ora, dopo un pontificato durato dodici anni, il Vaticano entra in sede vacante e il Conclave si prepara a scegliere la nuova guida spirituale della Chiesa cattolica tra riforme, diplomazia e sfide globali. Alle 20 di ieri, il primo passaggio verso il funerale del pontefice, che sarà quello di «un pastore e non di un potente», così come voluto da Francesco. Sua eminenza reverendissima, il cardinale Kevin Joseph Farrell, Camerlengo di Santa Romana Chiesa, ha presieduto il rito della constatazione della morte e della deposizione della salma nella bara nella cappella di Santa Marta. Dalla prima Congregazione generale dei cardinali, fino al funerale, che, se l’omaggio alla salma durerà tre giorni, potrebbe avvenire il 26 aprile con la celebrazione del cardinale decano, Giovanni Battista Re. Il Conclave, regolato dalla Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis, sarà convocato nei prossimi giorni dal cardinale camerlengo Kevin Farrell: si ipotizza tra il 5 e il 10 maggio. Avranno diritto di voto solo i cardinali con meno di 80 anni che attualmente, si stima, siano circa 120. Il voto avverrà all’interno della Cappella Sistina, in isolamento assoluto. Ci saranno quattro votazioni al giorno: due al mattino e due nel pomeriggio. Per l’elezione sarà necessaria una maggioranza qualificata dei due terzi.
La fumata nera o bianca comunicherà al mondo l’esito delle urne al termine di ogni votazione. Ma chi e da quale parte del mondo potrebbe arrivare il nuovo Pontefice? Fra i nomi più accreditati per il soglio pontificio spicca quello di Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, noto per le sue capacità diplomatiche e la sua influenza nelle relazioni internazionali della Santa Sede. Un altro possibile successore è Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana e vicino alla Comunità di Sant’Egidio. Infine il cardinale Fernando Filoni, Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Se il Conclave optasse per un asiatico, la scelta potrebbe cadere sul cardinale filippino Luis Antonio Tagle, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, considerata una scelta di grande rilievo, simbolo della vitalità cattolica nel continente asiatico. Fra gli emergenti poi c’è anche Jean-Claude Hollerich, gesuita lussemburghese e relatore del Sinodo sulla sinodalità, molto apprezzato da Francesco per la sua attenzione ai temi sociali. Fra i papabili italiani, anche Pierbattista Pizzaballa, bergamasco, patriarca latino di Gerusalemme, si distingue per la sua esperienza nel dialogo interreligioso, mentre Philippe Aveline, arcivescovo di Marsiglia, e Mario Grech, maltese, condividono un forte impegno per l’ecumenismo e il rinnovamento pastorale. Dal Portogallo, il cardinale José Tolentino de Mendonça rappresenterebbe un’opzione significativa per la sua sensibilità culturale e teologica. Non ci sarebbero nomi rappresentativi dell’est Europa. Mentre negli Stati Uniti spiccano quelli di Wilton Gregory, primo cardinale afroamericano e attuale arcivescovo di Washington, e di Blase Cupich, arcivescovo di Chicago.
Un’altra ipotesi sarebbe quella dell’elezione di un Papa africano. In questo scenario, Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo di Kinshasa, emerge per il suo impegno per la giustizia sociale e la difesa dell’ambiente. Al contrario, Robert Sarah, guineano, rappresenta una figura conservatrice di spicco, già prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino. Infine, non si escludono le candidature di Sérgio da Rocha, arcivescovo di San Salvador de Bahia, e Leonardo Steiner, arcivescovo di Manaus. Il Conclave determinerà la nuova guida e la visione spirituale e politica della Santa Sede. Sarà una guida pastorale, diplomatica o riformista? Per saperlo bisogna attendere la fumata bianca e l’annuncio dalla loggia di San Pietro che viene fatto dal cardinale protodiacono: Vobis gaudium magnum, habemus Papam.