Il Tirreno

Toscana

La spiegazione

Scolmatore, come funziona, come lavora e come è nata la grande opera che ha salvato la Toscana dall’alluvione

di Tommaso Silvi

	L'azione dello Scolmatore a Pontedera (Foto Stick)
L'azione dello Scolmatore a Pontedera (Foto Stick)

La costruzione fu decisa nel 1954 ma nel 1966 non era ancora entrato in funzione: il taglio del nastro del definitivo è avvenuto nel 1987

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Grazie a un serpente di 28 chilometri e la Toscana è salva. Nella mattina di sabato 15 marzo la regione si è svegliata tramortita da una giornata di paura. Perché venerdì 14 marzo in molte località la pioggia battente ha fatto seriamente paura. I danni ci sono stati, così come gli allagamenti e le famiglie costrette a togliere il fango dalle case. Ma poteva essere davvero un disastro, soprattutto in due grandi città: Pisa e Firenze. Entrambe salvate dall’opera del canale Scolmatore di Pontedera – entrato in azione alle 16 di venerdì 14 marzo – che, insieme alle altre casse di espansione minori, ha permesso di far “sfogare” la preoccupante portata dell’Arno evitando che inondasse le città lungo il suo cammino. Ma come funziona lo Scolmatore? Ecco la storia del “polmone” che ha salvato la Toscana.  

La realizzazione

La costruzione dello Scolmatore dell'Arno fu decisa nel 1954 a seguito dell'inondazione di Pisa del 1949, con un costo di oltre 10 miliardi di lire. I lavori iniziarono nel 1953, ma l’opera non era ancora completata quando si verificò l'alluvione del 1966. Nel 1972 il canale era già funzionante con una portata di 500 metri cubi al secondo, mentre la sua realizzazione definitiva, con la massima portata, si concluse solo nel 1987.

Caratteristiche tecniche e localizzazione
Lo Scolmatore si estende per 28,3 chilometri tra Pontedera, dove si trova l'opera di presa, e Calambrone, dove sfocia nel Mar Tirreno. Attraversa i comuni di Pontedera, Calcinaia, Cascina, Crespina, Pisa, Collesalvetti e Livorno. L'opera è fondamentale per la sicurezza idraulica dei territori a valle di Pontedera e Pisa, ricevendo contributi idrici da numerosi affluenti, tra cui il Canale Allacciante d'Usciana, i torrenti Zannone, Crespina, Isola, Orcina, Tora, Fossa Nuova, Fossa Chiara, il Canale Emissario di Bientina e il Canale Navigabile dei Navicelli.

Evoluzione della capacità di deflusso
In origine, lo Scolmatore era progettato per gestire una portata massima compresa tra 1000 e 1200 metri cubi al secondo. Tuttavia, a causa del progressivo abbassamento degli argini, realizzati su terreni compressibili, la capacità di deflusso si era ridotta nel tempo. Un tempo, l’insabbiamento della foce limitava la portata a 600 mc/s, ma dopo i lavori completati nel 2018, la capacità massima è stata incrementata a 900 mc/s, anche se solitamente le cateratte vengono aperte con una portata di 400 mc/s. Venerdì 14 marzo, la portata massima registrata a Pontedera è stata di 2650 metri cubi al secondo, a cui si aggiungono circa 350 mc/s dello scolmatore. Nel 1966, la portata massima raggiunse i 3000 mc/s.

Opere di adeguamento e miglioramento idraulico
La Regione Toscana ha avviato opere di adeguamento idraulico dello Scolmatore per migliorarne la funzionalità. Il primo lotto, riguardante la costruzione della nuova foce armata, è stato completato per garantire un migliore deflusso delle acque.

La costruzione della foce armata
La foce armata è stata realizzata per migliorare la capacità di deflusso del tratto terminale del canale, eliminando i depositi sabbiosi che ostacolavano lo sbocco in mare. I lavori hanno previsto la costruzione di due moli foranei che si estendono per circa 600 metri, realizzati con scogliere e palancolati metallici per facilitare il deflusso idrico. Inoltre, è stato effettuato un dragaggio interno alla nuova foce per rimuovere l'ostruzione della barra sabbiosa, garantendo un fondale di circa tre metri lungo tutto il tratto terminale.

Costi e benefici dell’intervento
I lavori si sono conclusi nel febbraio 2018 con un costo finale di 10 milioni di euro, inferiore ai 15 milioni inizialmente stanziati. Il finanziamento è stato reperito attraverso fondi regionali (35%), statali (45%) e con il contributo dell'Autorità Portuale di Livorno (20%). Il beneficio principale è stato il raggiungimento di una capacità di deflusso elevata, prossima a 1400 metri cubi al secondo, con effetti positivi sull’assetto idraulico di tutta l’area a valle dello Scolmatore.

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