Concorso scuola, quesiti sbagliati e caos punteggi: cosa rischiano 16mila candidati toscani
Refusi in tre domande, il ministero dà punti in più. Proteste e ricorsi in arrivo
FIRENZE. Ci risiamo. Il ministero dell’Istruzione e del merito pasticcia con le domande dell’ultimo concorso per diventare insegnanti di ruolo nelle scuole medie e superiori. E solo in Toscana gli oltre 16mila candidati si ritrovano chi con un punteggio aggiuntivo, dato di default, a titolo di compensazione per aver dovuto affrontare quesiti contenenti refusi, chi – tutti gli altri – con l’amarezza di aver partecipato a una gara impari. Risultato: le associazioni di insegnanti insorgono, i ricorsi sono sulla rampa di lancio, i sindacati chiedono spiegazioni. E il ministero tace.
Le prove
Martedì 25, mercoledì 26 e giovedì 27 febbraio: in tutta Italia si sono tenute le prove scritte per il concorso Pnrr2 (il Pnrr1 si è svolto l’anno scorso) per assegnare 19.032 posti di ruolo nelle scuole secondarie di primo e secondo grado.
Domande uguali in tutta Italia, di cultura generale, pedagogia, psicologia, norme, sviluppo del bambino, formulate dal ministero e somministrate in due sessioni, mattina e pomeriggio, per ciascun giorno. Passa all’orale, la cui data ancora non si conosce, chi raggiunge la sufficienza, fissata in modo diverso da regione a regione; in Toscana a 84 punti su 100. Come stabilito dal decreto ministeriale 214/2024, all’orale può accedere un numero di candidati fino a tre volte il numero necessario.
In Toscana, come detto, ci sono state 16.013 candidature, il numero più alto dopo Lombardia, 32mila, Lazio, 24mila, Campania, 18mila, e Puglia, 17mila.
I tre errori
Ebbene nella sessione pomeridiana del 25 febbraio, in una domanda contenente una citazione di Olivier Reboul, il filosofo e pedagogo francese viene chiamato erroneamente Michel. Nello stesso test, tra le risposte a un’altra domanda, relativa al pensiero del filosofo e sociologo francese Edgar Morin, di corrette sembrano essercene non una ma due.
Il 27 febbraio, sempre nella sessione pomeridiana, nelle opzioni di risposta al quesito sulla teoria della diffusione dell’identità, Erik Erickkson viene erroneamente chiamato Milton Erickson. Sembrerebbe invece corretta la dicitura “Adobe Premier”, tra le risposte a una domanda di informatica inizialmente segnalata come mal posta da alcuni partecipanti al concorso.
Fatto sta che nei giorni successivi alla correzione degli scritti, tra i partecipanti al concorso c’è chi, andando a controllare il proprio risultato sulla piattaforma “Concorsi e procedure selettive”, sul portale del ministero, prima si è visto assegnare un punteggio, e poi un altro, più alto di due punti per ciascuna risposta, anche nel caso di mancata risposta o di risposta errata.
Le segnalazioni
«Non ci è arrivata alcuna comunicazione dal ministero: chi aveva fatto il test il 25 pomeriggio o il 27 pomeriggio si è accorto che qualcosa non tornava perché ha visto salire il suo punteggio», spiega una partecipante al concorso che vuole rimanere anonima. «A quel punto si sono scatenate le chat di noi partecipanti, molti dei quali già insegnanti con contratti precari, anche perché chi ha partecipato alle altre sessioni, quelle con i quesiti formulati in modo corretto, ha di fatto avuto tre domande in più degli altri, visto che i tre quesiti con i refusi hanno significato avere punti in più anche se avevi sbagliato la risposta».
Il portale OrizzonteScuola ha subito ripreso la notizia, e anche i sindacati si sono mossi. La valanga di segnalazioni e reclami da tutta Italia ha convinto in particolare la segretaria della Flc Cgil, Manuela Calza, a inviare un reclamo al ministero dell’Istruzione e del merito. Il 7 marzo Calza ha scritto a Carmela Palumbo, capo dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione, ad Antonella Tozza, direttrice generale degli ordinamenti scolastici, formazione del personale scolastico e valutazione del sistema nazionale di istruzione, e a Maria Assunta Palermo, direttrice generale per il personale scolastico, per segnalare i refusi e protestare per il ricalcolo.
Il sindacalista: «Un livello di cialtronaggine inspiegabile»
«È come il morbillo per i bambini: non c’è concorso in cui non sbaglino a scrivere i quesiti, è come un virus», commenta Pasquale Cuomo, segretario regionale toscano della Flc Cgil. «Un livello di cialtronaggine inspiegabile, oltreché un’ingiustizia. Aspettiamo chiarimenti ma si potrebbe già iniziare con i ricorsi».