Economia
Sparatoria a Örebro, il racconto di una studentessa toscana: «Noi a poca distanza dal dramma»
Nell’attacco avvenuto in un campus nella città svedese hanno perso la vita 11 persone, tra cui l’aggressore. A pochi chilometri di distanza anche una comitiva di studenti del liceo scientifico e linguistico di Prato
«Non abbiamo avuto paura, dopo che è stato dato l’allarme tutti sapevano cosa fare, erano preparati per un avvenimento del genere». La città svedese di Örebro è stata scossa da una tragica sparatoria avvenuta presso il campus Risbergska, un istituto di formazione per adulti. L’attacco avrebbe causato 11 morti, tra cui anche l’aggressore, Rickard Andersson, un cittadino svedese del posto, incensurato e legalmente possessore dell’arma utilizzata che si sarebbe sparato subito dopo l’aggressione. A soli 5 km di distanza, presso il Karolinska gymnasiet, erano presenti 14 studenti e 3 docenti del liceo scientifico e linguistico “Niccolò Copernico” di Prato, impegnati da domenica 2 Febbraio in un progetto Erasmus della durata di 7 giorni.
Al momento della sparatoria gli studenti si trovavano in classe, uno di loro ha dichiarato che «è stata la preside della scuola che, insieme ad alcuni professori, è passata di classe in classe a dare l’allarme ed avvertire di barricarsi dentro le aule». Così i ragazzi avrebbero appreso della sparatoria: «Abbiamo sbarrato le porte con i banchi, chiuso le finestre e ci siamo seduti in terra in un angolo della classe, ma tutti i ragazzi svedesi erano tranquilli, nessuno si è fatto prendere dal panico».
Il personale del Karolinska gymnasiet, infatti, era adeguatamente preparato per gestire situazioni di emergenza di questo tipo, garantendo così sicurezza e tranquillità persino agli studenti di un’altra nazione. L’episodio solleva un’importante riflessione: la crescente frequenza di episodi di violenza nelle istituzioni a livello globale, ma anche nelle scuole italiane, suggerisce l’importanza di essere preparati. La testimonianza degli studenti italiani in Svezia ci ha dimostrato quanto la formazione del personale e degli studenti possa fare la differenza tra il panico e l’ordine, tra la vita o la morte in caso di emergenze.
*Studentessa di 17 anni, del Liceo Scientifico N. Copernico di Prato