«Sei un down», la persecuzione è nelle chat di classe. Il profilo del cyberbullo e i dati del fenomeno
Secondo il Cnr in Toscana le vittime nel 2024 sono state 81.000 mentre i carnefici oltrepassano i 50.000. Subire minacce e isolamaneto social può portare la vittima a forme estreme di distacco dalla realtà come gli hikikomori
«Sei un cane, passami i compiti sennò domani le prendi ». Altra storia, minacce e toni simili: «Spogliati, altrimenti sono guai». E poi le foto del compagno nudo condivise sulle chat: faccine, battute, nuove ferite. Infine, in un altro caso è finita agli atti la frase: «Down, sei un ritardato». Per poi proseguire con gli sputi e l’emarginazione nei confronti del coetaneo preso di mira. Ma non solo: perché oltre alle offese dirette, spesso c’è l’esclusione social(e) che porta la vittima verso il baratro, l’isolamento, il dolore. Dal quale non tutto riescono a riemergere. No, non è la sceneggiatura di un film distopico, non è un brutto sogno. È la realtà. È quello che accade ogni anno a un esercito di adolescenti: presi di mira dai bulli, spesso a loro volta bullizzati in passato. Teatro dell’emarginazione non solo i banchi di scuola, ma le chat, spesso quelle di classe. Che si trasformano nel palcoscenico per mettere alla berlina il più debole, chi ha un’imperfezione, una debolezza. Sono oltre 1 milione gli studenti tra i 15 e i 19 anni (47%) che nel 2024 hanno subìto episodi di cyberbullismo. Un fenomeno che, ogni anno, sembra registrare una crescita senza fine. In Toscana le vittime sono state 81.000, mentre i cyberbulli sono oltre 50.000. Con più vittime tra i maschi che tra le femmine. Nel 2024, in particolare, si osserva una leggera inversione di tendenza: se nel triennio 2021-2023 erano principalmente le ragazze a segnalare esperienze di vittimizzazione, oggi sono i ragazzi a subire di più.
Il dato emerge dallo studio Espad®Italia 2024 con particolare riferimento al fenomeno del cyberbullismo, presentato dal Laboratorio di Epidemiologia dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa. Oltre 800.000 studenti (32%) hanno praticato cyberbullismo, con una percentuale poco più alta tra i ragazzi (35%) rispetto alle ragazze (29%). Il dato nel 2024 segna un record negativo, registrando il suo valore più alto di sempre. Le modalità di aggressione variano tra i generi. La modalità aggressiva più diffusa, per entrambi, è l’invio di insulti in una chat di gruppo. I ragazzi, poi, tendono a ricorrere a minacce dirette e insulti pubblici sui social per allargare il pubblico. Le ragazze, invece, preferiscono forme più indirette: esclusione dai gruppi online e diffusione non autorizzata di contenuti personali. Quasi un quarto degli studenti (il 23%, 600.000 ragazzi) si trova in un circolo vizioso: rivela di aver ricoperto il duplice ruolo di vittima e autore. Condizione preoccupante perché è associata a ripercussioni più gravi, fra cui difficoltà nelle relazioni e altri comportamenti a rischio. Negli ultimi anni, il numero di cyberbulli-vittime è aumentato senza sosta, con una crescita che interessa entrambi i generi. Tuttavia, il fenomeno colpisce in modo più marcato i ragazzi (26%) rispetto alle ragazze (21%). L’uso sempre più diffuso dei social media e dei videogiochi sta contribuendo a intensificare il fenomeno, creando un ambiente in cui il cyberbullismo può proliferare più facilmente. Le piattaforme digitali offrono nuove opportunità per attacchi anonimi e per l’isolamento sociale, senza dimenticare l’influenza che questi spazi hanno sul comportamento offline. Il cyberbullismo, infatti, non è un fenomeno isolato, ma si intreccia con altri comportamenti problematici. Tra questi, l’uso eccessivo di Internet, fenomeni come il ghosting e il phubbing, e una propensione al gioco d’azzardo. Chi è coinvolto in episodi di cyberbullismo – sia come vittima che come autore – mostra anche un uso più frequente di sostanze psicoattive illegali, aumentando i rischi per la salute mentale e fisica. Inoltre, il fenomeno può portare a forme estreme di isolamento sociale, come il fenomeno degli hikikomori, con gravi impatti sul benessere psicologico degli adolescenti. Una dimensione che sta emergendo con forza è il legame tra cyberbullismo e violenza fisica tra i giovani. L’aumento del bullismo online sembra riflettersi in un contesto più ampio di violenza tra gli adolescenti, con episodi di aggressione che spesso si verificano anche nei contesti scolastici e nei luoghi di ritrovo. «Il cyberbullismo non è un fenomeno isolato ma una problematica che coinvolge ampie dimensioni della vita sociale e psicologica dei giovani – afferma Sabrina Molinaro, dirigente di ricerca del Cnr-Ifc e responsabile dello studio Espad®Italia – il nostro impegno è aumentare la consapevolezza pubblica e favorire, attraverso una comunicazione basata sull’evidenza scientifica, lo sviluppo di soluzioni concrete che promuovano ambienti online sicuri e inclusivi, portando avanti una cultura di rispetto e solidarietà tra le nuove generazioni. L’obiettivo è favorire una cultura di rispetto e solidarietà tra le nuove generazioni». l