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Fine vita, è in attesa dell'ok al suicidio assistito: muore a 70 anni a Firenze

Fine vita, è in attesa dell'ok al suicidio assistito: muore a 70 anni a Firenze

Dall’associazione Luca Coscioni: «Negare la fornitura dei farmaci, reperibili in Italia solo nel circuito ospedaliero, significa violare la volontà della persona»

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FIRENZE. Era in attesa dell'ok al suicidio assistito, Gloria, 70 anni, affetta da broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco). Dopo un peggioramento delle sue condizioni, aveva iniziato la sedazione palliativa nel pomeriggio di venerdì, ma è morta nella giornata di ieri. La donna aveva chiesto di poter accedere al suicidio assistito e, nel febbraio 2024, aveva avviato presso la Usl Toscana Centro il percorso per ottenere l’accesso al suicidio medicalmente assistito, garantito in Italia dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale. Ne dà notizia l'Associazione Coscioni: da oggi in Toscana il Consiglio Regionale discute della legge di iniziativa popolare sul fine vita con il voto finale atteso al termine della discussione.

La commissione medica multidisciplinare, a marzo 2024, aveva accertato che Gloria possedeva tutti i requisiti previsti dalla legge per accedere alla procedura. Tuttavia, nella relazione finale non erano indicati il farmaco letale, il suo dosaggio e la metodica di autosomministrazione.

Il 10 giugno è stata inviata alla Usl una lettera di messa in mora e diffida per chiedere la conclusione della procedura. Dopo cinque mesi dalla richiesta iniziale veniva approvato il protocollo medico ma non la fornitura dei farmaci e materiali. In assenza di risposte positive, Gloria con la sua difesa legale, ha fatto ricorso al competente tribunale per chiedere la condanna dell’azienda sanitaria all’erogazione del farmaco e della strumentazione necessaria all’autosomministrazione. Il procedimento era ancora in corso e Gloria era assistita dall’avvocata Filomena Gallo e dal team legale dell’Associazione Luca Coscioni.

“Negare la fornitura dei farmaci, reperibili in Italia solo nel circuito ospedaliero, significa violare la volontà della persona, disapplicare il giudicato costituzionale e creare nuove discriminazioni,” ha dichiarato Filomena Gallo. “Questa situazione dimostra quanto sia urgente una legge regionale che garantisca tempi certi e procedure chiare per il Servizio sanitario regionale per la verifica delle condizioni della persona malata che vuole procedere con l’accesso alla morte volontaria secondo la procedura indicata dalla Consulta". L’unica opzione rimasta per Gloria è stata la sedazione palliativa, che aveva sempre rifiutato. Ma nelle ultime ore di vita le sue condizioni sono peggiorate talmente da costringerla ad accettare. 

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