Il Tirreno

Toscana

L’intervista

Orient Express sulla montagna pistoiese: «I nuovi turisti? Sono cinesi». La spiegazione del fenomeno

di Carlo Bardini

	Alcuni sciatori anche di origine orientale sulle piste dell’Abetone
Alcuni sciatori anche di origine orientale sulle piste dell’Abetone

L’insegnante di sci: «Numerosi e con disponibilità economiche»

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ABETONE. Qualche anno fa la maggior parte veniva nei giorni vicini al Natale. Poi piano piano hanno cominciato a scegliere le piste da sci anche in altri periodi della stagione invernale. Adesso sono clienti fissi e prendono lezioni per imparare a sciare, si fermano nei rifugi e prenotano case e hotel per trascorrere qualche giorno sulla neve. È il popolo cinese, che sempre di più ad Abetone e in Val di Luce, rappresenta un fenomeno turistico in evoluzione, una nuova fetta di mercato: appassionata e con disponibilità economiche. Numerosi cinesi salgono dalle città vicine, soprattutto da Prato ma qualcuno anche dal confine emiliano. Lo conferma Marilena Milianti, direttrice della “Scuola di sci e snowboard Abetone”.

Oggigiorno vi è un “turismo cinese” significativo?

«Certamente. I cinesi sono ogni anno più numerosi. Qualche anno fa venivano per stare appena qualche giorno intorno a Natale, ma col passare del tempo sono diventati sempre più numerosi e scelgono di salire ad Abetone senza più una cadenza temporale particolare, ma ogni volta che possono».

Che approccio hanno nei confronti della neve?

«Per loro è stata un’esperienza nuova poter venire in vacanza sulla neve e visto che è piaciuta in maniera particolare vedo che la ripetono con il passare degli anni. Tra l’altro, a volte, anche quando sciano sembra che non abbiano troppa paura».

Quindi non si limitano a passare una giornata sulla neve, ma desiderano imparare a sciare?

«Moltissimi di loro prendono lezioni di sci da noi maestri. Qualche volta provano anche da soli, e in questi casi, c’è da stare attenti perché sono un po’ spericolati, senza paura. Ma quando prendono le lezioni sono molto attenti e diligenti. Si vede che hanno voglia di apprendere e seguono le nostre indicazioni. Tra l’altro sono anche ben equipaggiati, intendo al livello di vestiario idoneo alla neve. Poi magari noleggiano gli sci».

Quanto cosa una lezione di sci?

«Il costo orario sono 47 euro. Però spesso scelgono di fare lezioni di gruppo. In questo modo, non essendo individuale, c’è un notevole risparmio. È una scelta praticata anche dagli italiani e che viene usata spesso anche dai Cinesi».

Qual è il target di clienti che vengono a sciare?

«Una volta erano per lo più giovani, tra ragazzi e ragazze. Ma col passare degli anni si è allargata anche a nuclei famigliari. Mi sembra che non ci sia più una fascia di età precisa, visto anche il numero sempre maggiore di cinesi che salgono ad Abetone».

C’è un aneddoto che l’ha colpita in maniera particolare?

«Mi ci faccia pensare. Forse non è proprio un aneddoto di quelli curiosi, però ricordo che rimasi molto colpita. Si tratta di una esperienza successa prima del Covid. Venne a prendere lezione una ragazzina cinese che non sapeva una parola di italiano. Ma assieme a lei aveva una amica che lo parlava. Quindi faceva da traduttrice. Rimasi molto colpita ed affascinata da quella musicalità della lingua cinese. Intanto l’allieva era molto attenta e diligente ad imparare. Poi chiesi all’amica se fosse una lingua difficile da parlare. E rimasi stupita nel sentirmi dire di no, e che invece era difficile a scriverla». 

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