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Firenze, bimbo di 13 mesi salvato dalla Leishmaniosi viscerale: i sintomi e i rischi della malattia causata da un parassita


	Il piccolo è stato salvato a Firenze
Il piccolo è stato salvato a Firenze

Il piccolo è stato salvato grazie al progetto “Meyer integrato”, che mette in rete gli specialisti dell’ospedale pediatrico con le altre strutture sanitarie toscane

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FIRENZE. Un bambino di 13 mesi con una grave e rara forma di Leishmaniosi viscerale ha ricevuto la diagnosi e ha completato tutto il suo complesso percorso terapeutico nel reparto di pediatria dell’ospedale della Santa Maria Annunziata, a Ponte a Niccheri, senza che fosse necessario trasferirlo al Meyer.

Cosa è successo

«In passato – spiega Gianpaolo Mirri, direttore della pediatria dell’Osma – un paziente così impegnativo, per storia clinica ed età, sarebbe stato sicuramente centralizzato al Meyer. Grazie invece alla collaborazione con gli specialisti dell’Infettivologia e dell’Immunologia del pediatrico fiorentino siamo riusciti a dare una risposta di elevata qualità alla sua famiglia, risolvendo una malattia sistemica potenzialmente molto grave». Questa storia a lieto fine, iniziata proprio a Natale e conclusasi qualche giorno fa con le dimissioni e il rientro a casa del piccolo, è uno degli esempi virtuosi che rappresentano l’innovativo approccio del Meyer nei confronti delle realtà che operano nell’area fiorentina, e che prevede un continuo scambio di professionisti, competenze e informazioni. Si chiama “Meyer integrato”, esempio concreto di vera rete ospedaliera, il progetto varato quasi un anno fa dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e che ora entra sempre più nel vivo, declinandosi in diversi ambiti.

Area materno-infantile

Uno degli snodi di questa collaborazione è la creazione di un Coordinamento interaziendale tra Asl Toscana Centro e Aou Meyer Irccs della rete materno infantile dell'Area Vasta Centro della rete materno infantile dell'Area Vasta Centro. In questo ambito la collaborazione sinergica tra l’Aou Meyer Irccs e il Dipartimento materno-infantile della Asl Toscana Centro diretto dal dottor Alberto Mattei ha permesso ad esempio alla Asl Toscana Centro di superare la difficoltà di reperimento di pediatri puntando sul ruolo cruciale della formazione e della ricerca. Come? Attraverso lo strumento del cosiddetto “comando formativo”: nei contratti dei medici assunti alla Asl è stata prevista la possibilità di effettuare una quota dell’orario lavorativo presso il pediatrico fiorentino. Questo consente ai giovani specialisti di portare avanti l’attività clinica in ospedale e al tempo stesso di occuparsi della ricerca scientifica al Meyer. Con indubbio beneficio su due fronti: l’ampliamento del loro bagaglio di conoscenze mediche e una maggiore competenza da mettere a disposizione dei piccoli pazienti affidati alle loro cure.  Il ragionamento vale anche per gli specializzandi in pediatria del Meyer che avranno la possibilità di ampliare la loro formazione in ambito neonatale. Dal quarto anno di specializzazione avranno infatti l’opportunità di lavorare nei diversi punti nascita della Asl Toscana centro, con un percorso di alcuni mesi che offrirà loro una esperienza a diretto contatto con i piccolissimi e permetterà di conoscere i diversi punti nascita del territorio. Se la formazione svolge un ruolo cruciale, altrettanto importante è la valorizzazione delle competenze già presenti sul territorio in un’ottica di rete.

L’ortopedia

Tra i progetti in arrivo, uno riguarda l’ortopedia. Il Meyer è punto di riferimento extra regionale per le patologie oncologiche e anche per la traumatologia degli under 14 residenti in Toscana e in Umbria. Questo comporta inevitabilmente una forte pressione a carico della struttura. L’idea, nei prossimi mesi, è quella di aprire un ambulatorio di consulenze presso l’Ospedale della Santa Maria Annunziata, formando i professionisti in loco o prevedendo una presenza dei professionisti del Meyer con cadenza fissa. «Questa modalità innovativa ha facilitato le assunzioni presso gli ospedali periferici della Asl Toscana Centro e ha migliorato l’efficienza e l’omogeneità dei comportamenti assistenziali della rete pediatrica regionale» commenta Rino Agostiniani, direttore dell’Area Pediatria e Neonatologia della Asl Toscana Centro. Come presidente nazionale della Società italiana di pediatria, Agostiniani conosce bene il problema della difficoltà di reperimento di giovani pediatri da parte delle strutture ospedaliere. «Ho avuto modo di condividere la nostra strategia con i colleghi di altre regioni e il modello è stato molto apprezzato».

La malattia

La leishmaniosi è una zoonosi, malattia che colpisce uomo e animali. Si trasmette attraverso la puntura di almeno una trentina di specie diverse di flebotomi o pappataci (mosca della sabbia), in grado di provocare sintomi molto diversi a seconda che sia interessata la cute (leishmaniosi cutanea, LC), le mucose (leishmaniosi mucocutanea), oppure alcuni organi interni come fegato e milza (leishmaniosi viscerale, LV). A causare la malattia sono dei protozoi appartenenti al genere Leishmania. L'uomo non è quindi l'unico ospite di questi parassiti che possono infettare anche numerosi animali, sia domestici, come i cani, che selvatici, come i roditori. La leishmaniosi umana è presente soprattutto nelle zone tropicali e subtropicali dell'Africa, dell'America centrale e del Sud America, dell'Asia e della regione del Mediterraneo. In Italia sia la LV che la LC sono endemiche in gran parte del nostro paese e sono causate dalla sottospecie Leishmania infantum. Le persone infette da HIV e quelle con immuno-compromissione sono particolarmente suscettibili e manifestano forme particolarmente gravi della malattia.

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