Massimo Sestini è fuori dal coma: le prime parole, poi le lacrime di gioia
Il famoso reporter ricoverato in ospedale a Trento dopo essere stato salvato nel lago di Lavarone
TRENTO. Per prima cosa ha chiesto informazioni sulle persone che lo hanno salvato. Massimo Sestini è uscito dal coma nella mattina di martedì 28 gennaio. Il suo primo pensiero è stato per i membri della guardia costiera che gli hanno salvato la vita. Subito dopo, le lacrime, piene di gratitudine.
L’incidente
Massimo Sestini, fotografo fiorentino di fama mondiale e vincitore del World Press Photo nel 2015, è ricoverato a Trento in gravi condizioni da sabato 25 gennaio. Nonostante il quadro clinico critico, martedì 28 gennaio arriva una notizia incoraggiante. I medici descrivono il suo miglioramento come «sorprendente e incredibile». Sestini era stato trasportato d’urgenza all’ospedale Santa Chiara di Trento dopo un malore accusato durante un’immersione nel lago ghiacciato di Lavarone. Si trattava di uno dei suoi tanti progetti estremi, questa volta dedicato a «Under Ice», un servizio fotografico sotto la superficie ghiacciata. Durante l’immersione, il fotografo ha subito uno shock termico che lo ha portato a perdere i sensi sott’acqua. Grazie all’intervento tempestivo della guardia costiera e di un sub che lo accompagnava, Sestini è stato riportato in superficie, rianimato e trasportato con l’elisoccorso in ospedale. In un primo momento si era ripreso al punto di scattarsi un selfie sull’elicottero, ma successivamente è entrato in coma a causa di una grave infezione polmonare.
Il recupero
Massimo Sestini è stato ricoverato nel reparto di rianimazione, dove è stato intubato e monitorato costantemente. Per giorni, i suoi cari e numerosi amici hanno atteso con il fiato sospeso, mentre i medici si mostrano prudenti nel formulare una prognosi. Oggi, il cauto ottimismo ha lasciato spazio alla speranza concreta: «Massi respira. E questa è l’unica cosa che conta adesso», affermano i familiari.
Una vita ai limiti
Massimo Sestini è noto per il suo approccio audace alla fotografia, che lo ha portato a lavorare in condizioni estreme: penzolando da elicotteri, volando su jet militari o, come in questo caso, immergendosi in laghi ghiacciati. Il progetto «Under Ice» è solo l’ultimo esempio della sua dedizione e del suo coraggio, caratteristiche che hanno definito una carriera straordinaria.