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La testimonianza

Diego, un toscano nell'inferno di Los Angeles: «La fuga in auto inseguito dalle fiamme. L'origine di tutto? Non fatevi ingannare...»

di Luca Balestri
Diego Valli e l'inferno di Los Angeles
Diego Valli e l'inferno di Los Angeles

Il livornese Valli, negli Usa da 35 anni, racconta il dramma degli incendi. Evacuato a San Diego, teme che il fuoco arrivi anche lì: «Se è così, torno a Livorno»

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LOS ANGELES (CALIFORNIA). «Se i venti si dirigono a sud e arrivano a San Diego, non so più dove spostarmi. Prendo un aereo e torno a Livorno». Anche mentre lo Stato dove vive sta bruciando, il livornese Diego Valli riesce a scherzare. Valli vive a Los Angeles da 35 anni. Si è stabilito oltre oceano per amore, e qua prima si è laureato in Healthcare administration, cioè nell’ambito dell’amministrazione della sanità, poi è diventato amministratore di impianti sanitari di cliniche per gli anziani, case di cura e ospedali.

Il racconto

«Per sfuggire alle fiamme – racconta – mi sono spostato a San Diego, a duecento chilometri dalla zona dell’incendio. Sono scappato perché la mia abitazione è tra tre o quattro incendi, e appena ho capito che la situazione era pericolosa ho guidato quattro ore per venire nella mia seconda abitazione». Si è potuto spostare a sud degli incendi perché può lavorare in smart working. «Le autorità hanno chiesto ai cittadini di rimanere in casa, di non muoversi se non strettamente necessario. Non si devono intralciare le operazioni di spegnimento degli incendi». E pensare che l’incendio che sta ancora infiammando il Golden State è partito «come una cosa piccolissima. Sembrava che fosse andato in fumo solo qualcosa come un campetto – il racconto dell’italoamericano –. Ma improvvisamente i venti son diventati così forti che hanno portato la fiamma in una zona piena di vegetazione, di alberi».

Cosa sta succedendo

L’origine dei roghi i sedici milioni di abitanti della contea di Los Angeles non la conoscono ancora. «Ci sono tante speculazioni su quale potrebbe essere stata l’origine, ma al momento non abbiamo nessuna certezza», commenta l’imprenditore. I fumi incendiari si sono divampati in maniera così intensa «da non permettere agli elicotteri che trasportano l’acqua per spegnere gli incendi di volare, cioè di contenere l’incendio». La certezza è che l’incendio, a circa cinque chilometri dalla costa californiana sull’Oceano Pacifico, sia divampato «in una zona di benestanti. È un posto dove c’è un grande quartiere costruito ormai già settant’anni fa, nel bel mezzo della vegetazione. Praticamente – spiega il livornese – tutti quelli che ci abitano hanno a che fare con il mondo del cinema, lavorano in quel settore».

Vip in fuga

Molti, quindi, i volti popolari famosi negli Usa e nel mondo che hanno perso l’abitazione a causa dell’incendio. «Tanti nel luogo dell’incendio non avevano la prima, ma la seconda casa. Ma c’è anche chi aveva fatto di quello spazio in mezzo alla vegetazione l’abitazione primaria», dice. Valli ricorda i volti famosi che hanno passato gran parte della loro vita in quell’angolo di paradiso: il comico Billy Crystal, la cantautrice Mandy Moore, l’attrice James Woods, tra gli altri: «Billy Crystal viveva lì dal 1979, quella a Los Angeles era la sua casa principale. Questa era una zona dove la gente famosa aveva creato un quartiere tutto per loro, una piccola città dentro la metropoli. Un posto che ora dovranno ricostruire interamente». L’incendio non ha incenerito solo le case dei volti noti, ma «rischia di mettere in pericolo altri luoghi significativi che hanno fatto la storia della città, come tanti teatri che son presenti a Los Angeles», dice Valli. Che si rincuora: «La famosa scritta “Hollywood” non è in pericolo. Non è lontana da dove ci sono gli incendi, e anzi ce ne sono stati anche lì vicino, ma le autorità hanno garantito che non ci sono pericoli».

Aiuti e soccorsi

Valli, poi, specifica che «lo stato californiano si è fatto trovare abbastanza preparato, e gli ospedali per ora reggono – dice –. Anche i mezzi ci sono. Il problema è trovare i pompieri. Ne sono stati impiegati quanti più possibile, compreso il corpo volontari, che qui è composto da volontari pagati. Il fatto è che non ce ne sono abbastanza, perché gli incendi sono troppi e troppo grandi».La California è abituata agli incendi, e le perdite delle case, così come quelle di altri beni, sono all’ordine del giorno. «Ricordo che nel 2019 si incendiò Brentwood, dove aveva casa anche LeBron James», il celebre cestista. In queste ore, tuttavia, si accende anche la speranza: «Sembra che gli incendi non si stiano allargando, ma ora devono iniziare a restringersi», spera Valli. E con tutti gli abitanti della California, che siano star hollywoodiane o semplici cittadini.

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