Meteo in Toscana, che succede dopo Befana? Il freddo, le ipotesi e le previsioni
La spiegazione del Centro Meteo Toscana dopo l’analisi dei principali modelli matematici previsionali
Le piogge sparse osservate nella mattina di venerdì 3 gennaio sono destinate a lasciare presto il posto a schiarite in arrivo da nord-ovest. Questo cambiamento porterà a un sensibile calo termico, con temperature in diminuzione su tutta la regione già dalla sera di venerdì 3 dicembre. Nella mattina di sabato 4 gennaio potremo assistere a qualche brinata anche in pianura, mentre in Appennino potrebbe cadere qualche fiocco di neve fino a quota 900 metri.
Fase mite e passaggio perturbato
Come spiega il Centro Meteo Toscana, che ogni giorno monitora l’evoluzione meteo sulla regione, a partire da domenica 5 gennaio il contesto meteorologico cambierà di nuovo. È attesa una fase mite, con temperature superiori alla media stagionale. Tra mercoledì e giovedì potrebbe verificarsi un passaggio perturbato, che però avrà poco a che fare con condizioni tipicamente invernali.
Il ritorno del freddo
Verso la fine della prossima settimana, i modelli previsionali indicano un possibile ritorno a condizioni più invernali. L’arrivo di aria fredda da nord-est potrebbe portare temperature più rigide. Tuttavia, secondo i modelli, questa ondata di freddo potrebbe non essere particolarmente intensa. «I principali modelli matematici previsionali analizzati – scrive ancora il Centro Meteo Toscana – concordano su un blocco atlantico ben strutturato. Interessante è la proposta del modello Gfs, che ipotizza un raro “Ponte di Weikoff”, ovvero un collegamento tra il blocco atlantico e un’alta pressione scandinava. Tuttavia, il freddo previsto non è paragonabile a quello di decenni fa, evidenziando gli effetti del cambiamento climatico sul clima europeo.
Breve durata
Anche qualora si concretizzasse la fase fredda, secondo i modelli essa sarebbe di breve durata. Al massimo, le temperature rigide potrebbero durare 2-3 giorni, seguite da un ritorno a condizioni più miti. Questo accadrebbe soprattutto se il "cut off”, ovvero separazione tra il blocco atlantico e l’aria fredda, si verificasse rapidamente.