A 84 anni operato da sveglio per un tumore e dimesso in tempi record: «Sono a dieta, ma guido già l’auto»
Pierluigi Catani, un passato da marinaio, si è sottoposto all’intervento innovativo a Massa. L’asportazione al colon in laparoscopia: «Così evitate tutte le complicazioni»
La voce dall’altro capo della cornetta è allegra e decisa, quasi pimpante. «Pronto, Catani: chi è?». A rispondere è Pierluigi Catani, 84enne di Massa con un passato da marinaio sulle grandi navi da crociera che affrontavano l’oceano Atlantico nel secondo Dopoguerra prima di stabilizzarsi sulla terraferma e raggiungere la pensione, nel 2002, alla Fonteviva. Mentre racconta della sua vita, dei viaggi a New York, in Brasile e nella Terra del Fuoco, tutto potrebbe sembrare meno che un anziano signore che solo pochi giorni fa è stato sottoposto a una delicata operazione chirurgica per asportare un tumore al colon.
A rendere possibile questo recupero record in un paziente tanto avanti con l’età è stata l’equipe del direttore dell’unità operativa complessa di chirurgia generale dell’Ospedale Apuane di Massa Francesco Di Marzo che ha effettuato la laparoscopia (ovvero un intervento già di per sé poco invasivo) a paziente sveglio.
«Sedato ovviamente – spiega Di Marzo – ma non in maniera totale, solo con una speciale anestesia neuro-assiale. È rimasto cosciente per tutto il tempo, e questo ha evitato tutte le complicazioni, anche neurologiche, che un’anestesia generale ha sui pazienti. E di conseguenza un recupero moto più rapido». A testimoniarlo è lo stesso Catani. «Oggi sto molto bene – conferma – sono già anche tornato a guidare l’auto».
Signor Catani, si sente davvero tornato già in forze?
«Devo seguire tutte le indicazioni che mi hanno fornito i medici ovviamente, sia per quanto riguarda la dieta che per le medicine da assumere. Ma a parte questo sì, mi sento bene. Sono rimasto in ospedale quattro notti dopo l’operazione, ma dopo i primi due giorni già mi sentivo del tutto ristabilito. E da quando sono tornato a casa ho ripreso la mia quotidianità: ho fatto già qualche lavoretto e ho ripreso anche a guidare, anche se con mia moglie a fianco per sicurezza».
Quando le hanno spiegato che sarebbe stato sveglio durante l’operazione, come ha reagito?
«Sul momento ero preoccupato, perché pensavo fosse doloroso. Però il dottor Di Marzo, durante la visita chirurgica, mi ha spiegato tutto nei minimi dettagli: come avrebbero operato e i vantaggi che avrei avuto nell’affrontare l’operazione in questo modo. Alla fine al momento di andare in sala operatoria tutti i timori erano passati, ero tranquillo e consapevole. Ho avuto più paura prima di arrivare all’operazione»
Quando in particolare?
«Quando ho scoperto del tumore. Quest’estate ho avuto tre episodi di forte dolore all’addome, al punto da andare al pronto soccorso. Al terzo episodio uno degli infermieri che mi aveva già visto ha capito che qualcosa non andava e da lì, dopo la colonscopia, si è scoperta la verità: è stata una doccia fredda, ho temuto davvero il peggio. Fortunatamente ero in tempo per essere operato, e tutti i medici sono stati celeri e disponibili per garantirmi tutte le cure necessarie e portarmi al più presto, il 12 dicembre, in sala operatoria».
L’operazione è durata ore: com’è stato viverle da sveglio sul lettino operatorio?
«Mi hanno messo davanti un telo verde, perché non vedessi esattamente il punto dove stavano operando. Ma a parte questo sono stato cosciente per tutte le sei ore: vedevo i medici intorno a me lavorare, li sentivo chiacchierare anche del più e del meno, in certi momenti dell’operazione. Non mi sarei mai immaginato fosse così in sala operatoria, invece l’atmosfera era quasi rilassata. In un paio di occasioni ho anche rischiato di appisolarmi, ma volevo restare sveglio e mi sono sforzato fino alla fine».
E adesso, nessun dolore?
«Niente di niente, nemmeno i punti danno fastidio. Me ne hanno dati solo sei che dovrò tornare a farmi togliere entro la fine dell’anno. Se mi avessero detto che mi sarei ripreso così in fretta, prima, avrei faticato a crederci».
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