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Nube nera dopo l’esplosione a Calenzano, l’Arpat: «Non ci sono rischi per la salute» – Video


	La colonna di fumo causata dall'esplosione nella raffineria Eni a Calenzano
La colonna di fumo causata dall'esplosione nella raffineria Eni a Calenzano

L’incidente alle 10.20 con uno scoppio tremendo nel deposito Eni: «Non è necessario il prelievo di campioni al suolo»

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CALENZANO. Un forte boato. Sono circa le 10.20 di lunedì 9 dicembre quando nel deposito Eni di Calenzano si verifica una terribile esplosione. La colonna di fumo è visibile da tutta la Piana. I sindaci dei comuni vicini – Prato, Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio – chiedono ai cittadini di tenere le finestre chiuse, in via precauzionale, e di limitare gli spostamenti per non intralciare i mezzi di soccorso. Il rischio è che in seguito all’esplosione si siano diffuse nell’aria sostanze inquinanti e nocive, sostanze che potrebbero essersi depositate nel terreno ed essere finite nei corsi d’acqua. Rischio che però, secondo la nota dell’Arpat diffusa nel pomeriggio di lunedì 9 dicembre, è stato scongiurato.

La nota dell’Arpat

«Non ci sono rischi per la salute. Le concentrazioni in aria a livello del suolo a partire dalla conclusione delle operazioni di spegnimento sono da ritenersi trascurabili e la nube dell’incendio si è dispersa in quota in tempi relativamente brevi. Per tali motivi non si ravvisa la necessità di prelievo di campioni al suolo. Sono in corso le verifiche sugli eventuali sversamenti di idrocarburi al di fuori dell’impianto. Seguirà analogo rapporto relativamente a tale problematica», ha fatto sapere la sindaca di Prato, Ilaria Bugetti, pubblicando sui social un estratto della nota dell’Arpat. 

Le cause dell’esplosione

«La situazione a contorno sta tornando alla normalità - ha detto l’assessora alla Protezione civile, Monia Monni - I vigili del fuoco hanno fatto un lavoro incredibile e in cinquanta minuti hanno spento un incendio non particolarmente facile. Le viabilità sono ormai ripristinate, Rfi sta valutando la riapertura della tratta Firenze-Prato, ci sono quindici aziende nei dintorni che sono state evacuate, che hanno subito danni, e sono in corso le valutazioni se si può tornare a lavorare in quei luoghi. Sono tutte aperte le scuole, anche Arpat è rassicurante sulla qualità dell'aria perché questa colonna di fumo è stata molto densa, era molto calda, quindi si è alzata molto e il vento era piuttosto importante e si è tutto disperso. Non c'è pericolo per la qualità dell'aria».

A proposito di cosa possa aver determinato l'esplosione, l'assessora ha spiegato: «Ci sono delle prime ricostruzioni, ma sono tutte da accertare. Sono quelle fatte da Arpat che parla di uno sviluppo di una nube di vapore che poi si sarebbe sviluppata dalla palazzina dove c'era un rifornimento, si sarebbe spostata e sarebbe esplosa, e quindi avrebbe causato l'incendio, ma sono dinamiche tutte verificare. Saranno poi i vigili del fuoco e la procura della Repubblica a ricostruirle». Monni ha poi fatto sapere che «sono in corso i riconoscimenti» delle due vittime fin qui accertate, e che «il procuratore di Prato Tescaroli è stato qui tutta la mattina fino a poco tempo fa, e la procura darà le informazioni appena sarà possibile, ovviamente dovranno prima parlare con le famiglie», e che «le ricerche dei dispersi stanno avvenendo sotto le macerie, la situazione è molto delicata». 

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