Bambina morta a 17 mesi, il medico: «Se vostro figlio ingoia qualcosa di pericoloso c’è una manovra da evitare»
Filippo Torroni, medico dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma: «In caso di ingestione di disk battery somministrare miele»
L'ingestione di corpi estranei o sostanze velenose - dalle monete ai detersivi, fino a pile come quella che ha ucciso la bimba di 17 mesi della provincia di Siena morta per complicanze successive all'ingestione di una pila - sono incidenti domestici frequenti, specialmente sotto i 6 anni d'età. E qualche volta possono avere conseguenze nel tempo, anche molto gravi o addirittura mortali.
(Il cortocircuito letale iniziato nell’esofago: la spiegazione)
Casi in aumento
Un problema in aumento: i casi di ingestione di corpi estranei da parte di bambini, secondo dati europei e americani, sono cresciuti in 15 anni del 91,5% e sono quasi raddoppiati nei bimbi under 6. Per le pile a bottone, negli ultimi 20 anni si è registrato un aumento di 7 volte delle complicanze gravi. A delineare il quadro è la Società italiana di gastroenterologia, epatologia e nutrizione pediatrica (Sigenp), che l'anno scorso aveva chiesto il supporto del ministro della Salute, Orazio Schillaci, per il primo registro nazionale su questi incidenti. I medici hanno lanciato una campagna in 3 punti: informazione capillare alle famiglie su come prevenire e sui pericoli della sottovalutazione; incremento della rete nazionale di pediatri endoscopisti negli ospedali; creazione di un database ufficiale per la rilevazione dei casi. Le monete sono gli oggetti ingoiati più spesso: nel 62% degli incidenti di ingestione di corpo estraneo, le protagoniste sono loro. Le batterie (micropile al litio) rappresentano il 7% di tutti i casi, ma il 10-20% delle volte possono provocare gravi danni all'organismo o anche la morte.
L'ingestione di caustici, in particolare prodotti per la pulizia della casa e detersivi, rappresenta un terzo degli incidenti domestici, responsabili di circa 1.000 ricoveri l'anno. «È un fenomeno molto preoccupante», ha ammonito il presidente Sigenp, Claudio Romano, in occasione del lancio della campagna di sensibilizzazione sul tema. «Già nel 2020 - ha ricordato - la Sigenp aveva pubblicato una "Consensus” rivolta ai pediatri per la gestione di questi incidenti. Ora ci rivolgiamo anche alle istituzioni e alle famiglie perché svolgano una necessaria opera di prevenzione primaria, seguendo le regole che abbiamo riassunto in un opuscolo da distribuire in scuole, ospedali e farmacie».
In Italia, rilevava la Sigenp, «ancora non esiste un registro che fotografi esattamente la grandezza del fenomeno e comprenda tutti i dati di questi incidenti. Per questo è necessaria una rete operativa tra servizi, l'utilizzo di adeguati strumenti con l'obiettivo di raggiungere uno standard minimo uniforme tra le varie regioni e realtà ospedaliere. L'elaborazione da parte degli esperti Sigenp di una struttura operativa può consentire di sensibilizzare gli operatori sanitari sul fenomeno degli incidenti domestici e sugli interventi di prevenzione e di gestione adeguata in linea con le raccomandazioni scientifiche».
«Gli incidenti domestici di questo tipo nei bambini sono sempre più frequenti», aggiungeva Paola De Angelis, coordinatore nazionale dell'Area di endoscopia e indagini diagnostiche strumentali Sigenp. È stata la specialista a evidenziare in particolare i rischi delle pile: «Si pensi - ha riferito - che soltanto le situazioni patologiche gravi conseguenti alla ingestione di disk battery sono aumentate di 7 volte negli ultimi 20 anni. Per questo ci siamo attivati sia per informare capillarmente i genitori sul territorio, sia per formare più endoscopisti preparati per queste emergenze, in modo che nei centri ce ne sia sempre uno reperibile quando serve, senza attese dannose».
«I servizi di emergenza endoscopica pediatrica h24 non sono omogeneamente presenti nelle diverse città italiane - ha osservato Salvatore Oliva, tesoriere Sigenp - così come anche tra le diverse regioni, complicando quindi notevolmente l'accesso alle cure per i nostri pazienti e creando possibili significative disparità di trattamento. Spesso, infatti, i pediatri gastroenterologi devono per forza di cose avvalersi della collaborazione degli endoscopisti dell'adulto o dei chirurghi pediatrici per far fronte a questo tipo di emergenze».
I consigli
Ma è necessario arrivare a uno standard di trattamento simile in tutti i centri ospedalieri, anche se per raggiungere questo obiettivo saranno necessari sforzi organizzativi e tempi lunghi. E l'aiuto dei genitori. «È necessario da parte di tutti i pronto soccorso garantire la presa in carico dei bambini con ingestione di corpi estranei o sostanze caustiche secondo preciso percorso diagnostico-assistenziale riconosciuto», ha concluso Filippo Torroni, responsabile Endoscopia ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. «Ma è importante anche il comportamento dei genitori, che devono avere nozioni di base sulla condotta da seguire. Innanzitutto non indurre il vomito nel bambino in caso di sostanze caustiche: questa manovra rischierebbe di bruciare ancora di più l'esofago. Anche in caso di ingestione di un oggetto, mai provocare il vomito perché potrebbe causare l'inalazione del corpo estraneo. In caso di ingestione di disk battery - è un consiglio - somministrare miele perché protegge le mucose e riduce i danni all'esofago».