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Che bello un cucciolo in casa: «Occhio, non è un giocattolo»

di Martina Trivigno
Che bello un cucciolo in casa: «Occhio, non è un giocattolo»<br type="_moz" />

Ecco tutti i consigli del veterinario Antonio Bartoli

07 novembre 2024
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Che bello avere un cucciolo in casa. «Ma attenzione, non è un pupazzo», sottolinea il dottor Antonio Bartoli, alla guida dell’omonimo ambulatorio veterinario di via Arnolfo di Cambio, a Empoli.

Dottor Bartoli, quale consiglio dà a chi vuole prendere un cucciolo?

«Innanzitutto di aspettare che il cucciolo abbia almeno 60 giorni di vita: c’è da assicurarsi, infatti, che lo svezzamento sia completo, poi le relazioni tra madre e cuccioli, e tra cuccioli stessi, sono fondamentali: garantiscono un equilibrio per il nuovo arrivato in casa. Molto spesso, infatti, ci troviamo a gestire animali che sono molto impauriti, agitati o aggressivi e poi veniamo a scoprire che sono stati portati a casa quando avevano 40-45 giorni. Meglio una settimana in più che una in meno da questo punto di vista».

Come scegliere il proprio cucciolo?

«Se si vuole un cucciolo di razza, in genere ci si rivolge a un allevamento che deve garantire alcuni requisiti fondamentali: tra questi il microchip. In altre parole l’animale deve già essere conosciuto all’anagrafe canina. Tra le caratteristiche di salute dei cani di razza, invece, ci sono delle “prove” che i genitori hanno superato per essere dei riproduttori: si tratta di prove di salute e conformazione che garantiscono, nel possibile, che non siano portatori di tare ereditarie».

Cosa dobbiamo verificare dopo aver portato a casa un cucciolo?

«Quando si compra un cucciolo, deve essere verificato il suo stato di salute, dunque il controllo dei parassiti intestinali che, di norma, viene fatto in allevamento. In ogni caso ci tengo a sottolineare che ciò che è stato fatto lì è soltanto un primo passo, un po’ per l’età del cucciolo, un po’ per l’incubazione delle malattie, un po’ perché non esiste un prodotto che funzioni per tutto».

Quindi?

«Il cucciolo deve essere portato dal veterinario e deve essere ricontrollato a tappeto sul fronte dei parassiti, anche se l’allevatore garantisce la sverminazione e la vaccinazione».

E nel caso di un’adozione?

«Anche in questo caso sta a noi veterinari guidare i proprietari verso i trattamenti sanitari che sono, prima di tutto, quelli antiparassitari e poi vaccinali, ma possiamo anche aiutare sul fronte dell’ambientazione nella nuova casa».

E se si manifestassero dei problemi di inserimento o di comportamento da parte del cane?

«Oggi ci sono tante figure professionali specializzate nel comportamento animale, anche veterinarie, che sanno indicare come educare al meglio il cucciolo a casa, anche con il gioco. E in questo percorso il veterinario è fondamentale perché indica cosa è giusto e ciò che è sbagliato».

Che dire riguardo al cibo adatto a un cucciolo?

«Spesso, se i cuccioli vengono dall’allevamento, l’allevatore ha già messo in atto un’alimentazione adeguata e noi, di solito, non interveniamo per modificarla, a meno che non ci siano problemi, perché i cambiamenti drastici vanno evitati. Se invece siamo di fronte a un trovatello o a un cucciolo di cui qualcuno si è voluto sbarazzare troppo presto, si danno pappine per lo svezzamento: lì si parte più da zero».

Cosa pensa della convivenza in casa di un cucciolo e di un bambino?

«Crescere insieme è la condizione ideale: tra il cucciolo e il bambino, infatti, si crea una simbiosi perfetta. Come nel caso del cucciolo, che deve essere controllato, anche al bambino bisogna insegnare a non trattarlo come un pupazzo. Basta garantire che il cucciolo non abbia pulci, zecche e parassiti. Poi diventa un apprendimento perfetto tra le due parti».


 

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