Anna, la tatuatrice toscana del seno “perduto”: «Così regalo speranza alle donne dopo il mio calvario»
La 45enne utilizza la dermopigmentazione per ricostruire l’areola mammaria
Quel giorno Anna Voloshenko lo ricorda ancora. Era il 2016, aveva 36 anni e un mucchio di sogni nel cassetto. All’improvviso la diagnosi da far tremare i polsi: tumore al seno. «Bisogna operarlo. Subito», le dicono i medici dell’ospedale Santa Chiara di Pisa. Ma ora, a distanza di otto anni, sa che anche dalle esperienze più terribili può nascere qualcosa di buono. «La mastectomia laterale non mi ha tolto la forza di combattere e, anzi, mi ha dato la voglia di regalare una speranza alle donne che stanno attraversando il mio stesso calvario. Come? Con il mio lavoro. “Restituendo” il seno a chi non ce l’ha più», racconta.
La malattia
Lei oggi ha 45 anni e di professione fa la tatuatrice. Dal 2012 è la titolare del centro di estetica avanzata di via Mayer a Livorno e ha deciso di trasformare la sua arte in un’opportunità per le altre donne. «Fino al 31 dicembre farò gratuitamente il tatuaggio dell’areola mammaria a chiunque ne abbia bisogno – spiega Voloshenko – . È un piccolo gesto per aiutare le donne a ritrovare fiducia e serenità dopo una mastectomia». In Italia, il cancro della mammella è il più frequente in assoluto: circa un tumore maligno ogni tre, infatti, è un tumore mammario. Lo sa bene Voloshenko che attraverso l’arte prova a restituire la normalità perduta. «Bisogna parlare dei tumori e mettere la prevenzione al centro: io all’epoca non l’ho fatto perché credevo che non sarebbe toccato proprio a me. Mi sbagliavo», ricorda proprio oggi che ricorre la Giornata nazionale per il tumore al seno metastatico, mentre il 19 ottobre sarà celebrata la Giornata internazionale contro il tumore al seno. Così Voloshenko, originaria della Russia, ha deciso di dedicarsi con tutta se stessa alla dermopigmentazione dell’areola mammaria. «Quando viene asportato un seno, una donna smette di sentirsi femminile e si vergogna a spogliarsi, anche davanti al partner – racconta la tatuatrice –. Così ho deciso di aiutare le altre donne a eliminare quel senso di inadeguatezza. In ogni caso l’ostacolo può essere aggirato con la dermopigmentazione. Il trattamento estetico, che dura più di tre ore, consente di ottenere un effetto 3D molto naturale, è indolore e non ha bisogno di alcun tipo di anestesia».
Il passaparola
E la voce ha iniziato a diffondersi, da donna a donna. Prima preoccupate, poi – precisa Voloshenko – soddisfatte dal risultato. Ha studiato sodo – sia in Italia che in un’Academy in Russia dove il trattamento è molto diffuso – per apprendere al meglio la tecnica. Ed eccola, con la mascherina sul volto e lo sguardo concentrato mentre riproduce sul seno operato l’areola. «Il mio obiettivo è eliminare quel segno indelebile della malattia e, con lui, il più possibile il ricordo di un periodo di sofferenza fisica ed emotiva», precisa la tatuatrice. Voloshenko è nel suo centro, in via Mayer, e aspetta una cliente. Arriva con un’orchidea in mano e l’abbraccia. All’orecchio le sussurra un “grazie” pieno di riconoscenza. Lei la guarda e le sorride. Poi il pensiero più grande è rivolto alle donne. «A chi è sano», spiega. «Aderite ai programmi di screening oncologici – conclude –. Anche se pensate di poterlo fare in futuro, ricordate che quella è la priorità perché la salute non aspetta e soprattutto non fa sconti a nessuno. Non esiste alcuna donna immune». Anna Voloshenko si copre di nuovo la bocca con la mascherina, pronta a seguire la sua cliente nella sala del centro estetico avanzato. Gli occhi sorridono, sa di avere un compito importante. «Restituire un pizzico di serenità a chi l’ha perduta», dice chiudendosi la porta alle spalle.