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Toscana, prenotare le visite in videochiamata col Cup: come funziona e quali borghi interessa

di Mario Neri
Toscana, prenotare le visite in videochiamata col Cup: come funziona e quali borghi interessa

Il progetto pilota del primo sportello digitale. Presto arriverà in altri piccoli comuni delle aree interne

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«Oh, eccola. Ma allora è vera». Sì, Dhimitra è vera, non è un robot o un personaggio del Metaverso. E ora il signor Leonardo Ieva sembra si senta subito meglio. Ché quando gli hanno detto che avrebbe potuto parlare con una delle operatrici del Cup attraverso uno schermo da questa stanzetta affacciata sui tetti delle case di sassi e i colli senesi, a Leonardo un po’ il dubbio che dall’altra parte ci fosse un’immagine computerizzata, una specie di avatar di un cervellone informatico, gli era venuto. «Vai a sapere con l’intelligenza artificiale». Invece no, Dhimitra Agnorelli sta rispondendo da Siena, da uno degli uffici del centro di prenotazione unico dell’Asl sud est, ma pare qui di fronte a lui. Ha mollato un attimo le chiamate della gente del territorio per dedicarsi allo sportello digitale.

La tessera sanitaria controllata da casa
«Senta, tempo fa avevo prenotato due visite all’ospedale di Campostaggia, a Poggibonsi, ma ho perso il promemoria. Sarebbe possibile recuperare le date?», chiede il signor Ieva. «Nessun problema – risponde Dhimitra – appoggi sul tavolo la tessera sanitaria». Basta un attimo, Dhimitra adesso sta ruotando la telecamera posizionata sopra il monitor da 55 pollici verso la scrivania a cui è seduto il signor Ieva. «Guardi, ne ha una il 5 novembre alle 8,30 e una il 13 novembre alle 9,50. Le stampo i promemoria, li trova nella stampante alla sua destra».

Non è un servizio solo per anziani

Dopo di lui ha prenotato una videochiamata Macsim. Ha appena 38 anni, guida l’Agriteca, il ristorante a due passi da qui nella piazza principale di Radicondoli fra la chiesa e Palazzo Berlinghieri, sede del municipio. Ha bisogno di prenotare una visita. «No, non lo utilizzano solo anziani. Anzi, sebbene siamo appena agli inizi, abbiamo aiutato quasi più giovani», dice Agnorelli. In tutto per ora si sono affacciati su questa stanza, ricavata all’interno dei locali del distretto sanitario, dove c’è anche la bottega della salute, una quindicina di persone.

Una risposta a chi si sente perso
«Ma è questa la filosofia. Non fare grandi numeri, ma dare una risposta a chi si è sentito perso, soprattutto ad anziani e persone che ancora abitano in zone remote e per cui è difficile raggiungere i centri più grandi», dice Alessandro Militello, che per l’Aslona dell’area vasta sud est si occupa dei servizi informatici. Lo sportello digitale sanitario è partito il 9 settembre. E qui è Radicondoli, 960 anime incastonate nell’Alta Val d’Elsa a qualche decina di chilometri dai sifoni geotermici di Enel. È il paese-pilota di questa sperimentazione con cui l’assessore regionale Simone Bezzini vorrebbe rivoluzionare il front office della sanità nei piccoli borghi, quelli lontani da tutto e tutti, sperduti fra colline e montagne, a chilometri e chilometri dalle città e anche dagli ospedali, le famose aree interne che negli anni hanno subìto di più il peso dei tagli, perdendo le sedi dei presidi sanitari, ma pure uffici postali, filiali di banche, perfino gli ambulatori dei medici di famiglia. La Toscana diffusa e un po’ abbandonata che rischia perfino lo spopolamento per questa emorragia di servizi.

Da quando è comparso, questo monitor di periferia è una finestra sul centro del sistema, una connessione più diretta di qualsiasi altra soluzione tecnologica. Non c’è telefono o Cup online che possa fornire la stessa sicurezza agli utenti. Peraltro, da quando c’è lo sportello della sanità digitale si è rianimato anche il distretto. Finora aperto solo una mattina a settimana, adesso lo è potenzialmente tutti i giorni. Si prenota per telefono, venendo qui di persona o attraverso un portale online e l’appuntamento può essere preso dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17. Ci si collega con Dhimitra o un altro degli operatori del Cup senese per qualsiasi cosa: prenotare visite ed esami, disdire o spostare un appuntamento, pagare con PagaPa il ticket, scegliere o revocare il medico di famiglia e il pediatra, ma pure per stampare il referto di un’analisi o verificare le esenzioni o altre pratiche burocratiche. Se l’è inventato Andrea Belardinelli, il dirigente dei servizi digitali dell’assessorato alla sanità che dai tempi della pandemia non smette di mettere in piedi diavolerie che risolvano i problemi alle persone. Entro il 2026 lui e Bezzini vorrebbero aprirne altri due per ogni area vasta. «Noi pensiamo di installarlo anche a Sestino e Badia Tedalda, dove non c’è più nemmeno una farmacia», dice Militello, «e ovviamente anche all’isola del Giglio». Entro fine anno a Radicondoli si vorrebbe cominciare a usare questo visual Cup anche per le visite mediche a distanza grazie alla piattaforma regionale di telemedicina finanziata con i soldi del Pnrr.

Come stare di fronte a un operatore
«Per gli anziani credo sia una svolta. Sono già abituati alle videochiamate e a cercare informazioni sul telefonino, sedersi qua li rassicura – dice Dhimitra Agnorelli –. È come essere davvero di fronte a un operatore in carne ed ossa, molto meglio di stare al telefono. Anche perché si riducono gli errori: con la telecamera si possono scannerizzare ricette e documenti».

Esportare il progetto non è neppure troppo costoso. In fondo, serve davvero poco: un monitor 55 pollici dotato di microfono, una telecamera ad alta definizione e manovrabile e una connessione veloce. Ecco, non è un caso che Bezzini abbia scelto Radicondoli. È una specie di borgo modello. Il sindaco, Francesco Guarguaglini, ha usato i fondi provenienti dalle royalties della geotermia per rivoluzionarlo dopo il Covid. Non solo ha dotato il paese della fibra, ma ha invertito la rotta del crollo demografico. È nata qui l’idea poi adottata dalla Regione di dare incentivi per affitto e casa a chi accettava di trasferirsi prendere la residenza nel paesino; con quei soldi poi paga i libri degli studenti delle medie e l’80% di quelli delle superiori, che beneficiano pure dell’abbonamento per il trasporto pubblico visto che devono spostarsi a Poggibonsi o Colle Val d’Elsa. Fino a 2mila euro di incentivi vanno pure agli universitari che scelgono Siena, fino a 3mila per chi sceglie Firenze. E infine, chi apre un’azienda in paese può usufruire di aiuti variabili fino a massimo di 8mila euro.

«Nel giro di sei mesi i miei concittadini si saranno abituati e questa stanzetta sarà sempre più frequentata – dice Guargauglini –. Sarebbe bello farlo diventare uno sportello multi-ente, dove avere informazioni dall’azienda dei rifiuti o da quella dell’acqua. Certo, in questo modo la sanità riprende in carico in modo innovativo le necessità dei cittadini e lo fa anche per chi vive nelle zone interne della regione e non in città».

A Radicondoli, abitare in remoto non significa più vivere la Toscana perduta.
 

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