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Vietiamo i telefonini fino alle superiori. Meglio il mondo reale

di Enzo Brogi
Vietiamo i telefonini fino alle superiori. Meglio il mondo reale

Bambini sottratti alle esperienze del mondo reale e abbandonati senza tutele al mondo virtuale

29 settembre 2024
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Era da tempo che non avevo il privilegio di passare intere giornate con ragazzini preadolescenti. Magari qualche ora a una cena, o a casa di amici. Qualche iniziale e banale chiacchiera sulla scuola, lo sport o la squadra che preferivano e poi ognuno per la sua strada. Gli adulti a confabulare tra loro e i ragazzi a connettersi in splendida solitudine con il loro smartphone o tablet. A tavola il telefonino davanti al piatto con il cartone animato, facendo affiorare inevitabilmente il ricordo di Irene, la mia mamma, che mi aveva sempre proibito di portare a tavola un fumetto. «Si mangia, si chiacchiera e si sta assieme!» Questa estate sono venuti a trovarmi per qualche giorno Alessio e Ascanio con la loro mamma.

Con loro nessun dispositivo elettronico, neppure il telefonino. Dalla valigia erano usciti pennarelli, libri ed un coloratissimo mazzo di carte che avrei conosciuto a poco, per un divertentissimo UNO. Pochi giorni quelli trascorsi da me, ma neppure un minuto con un cellulare. «Abbiamo deciso così, nessun telefonino, solo il fratello quattordicenne, rimasto a casa con il babbo, ne possiede uno che usa nel pomeriggio e con il nostro controllo parentale». In spiaggia, in pizzeria, in auto, Alessio e Ascanio sempre pronti a trovare un’occasione di gioco. La sera, poi, in piazzetta, erano gli animatori per tutti gli altri ragazzi del borgo. Una socialità contaminante, anch’io avevo imbarazzo solo a guardare se avevo ricevuto messaggi. E poi le divertenti partite ad UNO. Sembrava d’essere in una bolla fuori dal tempo oramai immerso nel mondo della rete.

Sento che si comincia a vietare l’uso dei cellulari a scuola, una buona cosa, ma quasi inutile se non si applicano regole anche nelle altre ore del giorno. Soprattutto i nati dopo il 1995, quelli della generazione Zeta, soffrono di una vera epidemia che non ha origine virale, ma tecnologica, con depressione, ansia e autolesionismo. Una generazione nata con uno strumento magico che li connette con il mondo, bello o terribile che sia, ma nel contempo li disconnette dalle persone a loro più vicine. Una rivoluzione tecnologica e comunicativa che non ha comparazioni con nessun altro periodo. Un’infanzia con i social e con i like che ha trasformato ogni dinamica sociale. Fino all’arrivo della fotocamera frontale che moltiplica l’uso di immagini e video della propria vita o di quella di altri, talvolta anche rubate.

Bambini sottratti alle esperienze del mondo reale e abbandonati senza tutele al mondo virtuale. Come d’incanto, senza che scuola, genitori ed insegnanti fossero preparati si è passati da un’infanzia basata sul gioco a quella costruita sul web. Occorre più socialità collettiva, togliere lo smartphone fino alle superiori, ancor più tardi l’uso dei social e maggiore formazione agli insegnanti e genitori… Magari contattate Ascanio ed Alessio, se andate a Loro Ciuffenna. Dopo i compiti li trovate a giocare per le vie del paese. Ma allenatevi, perché ad UNO, non li batte nessuno!

*scrittore e attivista per i diritti

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