Il Tirreno

Toscana

L’incidente

La beffa mortale in Fi-Pi-Li, Sandro Banchellini lottava per una superstrada sicura

di Roberta Galli

	Sandro Banchellini e l'incidente
Sandro Banchellini e l'incidente

Il volontario della Croce Rossa, dipendente di una ditta che si occupa di logistica per l'ospedale di Cisanello, stava andando in Valdicecina a cercare il bambino e la nonna dispersi. Nel 2011 aveva perso il fratello

26 settembre 2024
4 MINUTI DI LETTURA





CRESPINA LORENZANA. Stava andando a Montecatini Valdicecina per unirsi al gruppo della Protezione civile per prendere parte alle ricerche di nonna Sabine e del piccolo Noah, tre mesi, portati via dalla furia della piena del torrente Sterza la notte di martedì.

Sandro Banchellini, 48 anni, di Latignano (Cascina), storico volontario della Croce Rossa Italiana di San Giovanni alla Vena, ha trovato la morte sulla Firenze-Pisa-Livorno all’altezza di Lavoria, ieri (mercoledì 25) poco dopo le 13. Su quella strada che lui stesso monitorava ogni giorno sulla chat “I dannati della Fi-Pi-Li”, la sua creatura social aperta insieme ad altri due “amministratori” alcuni anni fa.

Secondo una prima ricostruzione dei fatti, un furgone ha travolto l'auto della Cri ferma al lato della carreggiata e per Banchellini non c'è stato niente da fare. Nell’incidente è rimasto ferito anche un automobilista di passaggio: è di San Miniato, ha 54 anni ed è ricoverato all’ospedale di Cisanello. L’uomo si era fermato con la sua auto poco più avanti in una piazzola di sosta, nell'intento di vedere se in quella macchina ci fosse qualcuno in difficoltà. La dinamica è ora al vaglio della Polizia stradale. Si cerca di capire cosa sia accaduto in quei terribili attimi che hanno portato il mezzo guidato da Banchellini a fermarsi durante la marcia.

«Se n’è andato un amico, una persona perbene, sempre disponibile, con un grande senso civico». Così viene ricordato Banchellini da Emanuel Felloni, presidente della Croce Rossa di San Giovanni alla Vena, uno dei primi a essere stato informato del lutto. «Non sappiamo cosa sia successo – spiega Felloni –. Un malore, forse un guasto. Una cosa è certa: Sandro non è più tra noi ed è un dolore fortissimo. Noi siamo una piccola comunità di volontari, quasi una famiglia, ci conosciamo tutti da anni ed è molto triste pensare che adesso siamo rimasti soli».

Sandro aveva un cuore grande, anzi grandissimo. Costantemente impegnato in ogni attività sociale, era sempre pronto a partire in ogni emergenza ed è morto sulla Fi-Pi-Li, quell’arteria che lui stesso raccontava ogni giorno nelle chat. Con l’obiettivo di migliorarla e farla migliorare. Lui monitorava attentamente la strada di grande comunicazione attraverso le segnalazioni, gli incidenti, i disservizi e i disagi raccontati ogni giorno dagli utenti. Era diventato un punto di riferimento per migliaia di automobilisti e camionisti che ogni giorno passano ore su quella strada e che iscrivendosi alle varie chat WhatsApp ricevevano precisi aggiornamenti e segnalazioni in tempo reale. Ecco cosa disse in un’intervista a Il Tirreno: «Le condizioni dei cavalcavia e dei giunti sono cruciali. Così come quelle del manto stradale: servono interventi fatti per bene, programmati, per non riavere i soliti problemi dopo poche settimane».

Banchellini era una persona al servizio della comunità a 360 gradi e grande amico anche de Il Tirreno. L’ultima telefonata l’ha fatta a Franco Silvi, fotoreporter del nostro giornale, ieri poco prima delle 13. «Sto andando a Montecatini Valdicecina per le ricerche della nonna e del suo nipotino dispersi dopo l’alluvione, ti aggiorno». Poi il buio.

Nato e cresciuto a Latignano, dipendente di una ditta che si occupa di logistica per l'ospedale di Cisanello, Sandro viveva con il padre Giovanni. Una famiglia, la sua, che aveva già conosciuto il dolore, quello vero. Il fratello Andrea morì nel 2011 a 28 anni, a causa di un incidente sul lavoro in un'azienda a Gello di Pontedera, mentre la mamma si è spenta poco tempo fa, a causa di un male che non perdona.

Sandro era entrato a far parte della grande famiglia della Croce Rossa Italiana una trentina di anni fa, dopo un’esperienza alla Misericordia di Latignano e successivamente al distaccamento della Croce Rossa del Litorale. «Era un persona generosa, sempre pronta e mettersi in gioco e aiutare gli altri». Antonio Cerrai, storico presidente della Croce Rossa sezione di Pisa, associazione che ha guidato per ben 28 anni fino allo scorso anno, ha la voce rotta dalla commozione. «Sandro era un uomo eccezionale – racconta Cerrai – conoscevo lui e la sua famiglia da sempre. È per me un grande dolore. Lui viveva per la nostra associazione, sempre in prima linea a dare una mano e so che stava andando a dare il cambio ai colleghi della Protezione civile impegnati nella ricerca di nonna e nipotino sui luoghi dell'alluvione. Un fatto che ci lascia sconcertati».

Banchellini era anche membro volontario del gruppo antincendio Gva di Vicopisano. E ieri pomeriggio nella sede della Croce Rossa di San Giovanni alla Vena, da dove Sandro era partito alla volta di Montecatini Valdicecina, il pensiero di molti è andato anche al padre, Giovanni, colpito ancora una volta negli affetti più cari. 

Primo piano
Il delitto

Maria Campai, Venturina sotto choc: la donna uccisa in una garage aveva vissuto qui

Sportello legale