Montecatini Valdicecina, viaggio nel paese devastato da acqua e fango: nonna e nipotino dispersi, dove potrebbero essere finiti – Video
L’esondazione del torrente Sterza ha portato all’inferno la località sulle colline al confine tra Pisa e Livorno: il disastro nelle testimonianze della gente del posto
Montecatini Valdicecina. Le colline da un lato, il rumore del fiume dall’altro. È nella casa che su Airbnb viene chiamata La Provincia che Alexander Wagner, 33 anni di Monaco di Baviera, aveva deciso di trascorrere una vacanza immerso nel verde insieme alla moglie 37enne Mona Kingbauer, al loro bambino Noah di appena cinque mesi e ai genitori di lei Peter Kingabuer e Sabine. La famiglia era arrivata da una decina di giorni nel cottage per 7 ospiti a 152 euro a notte tra La Sassa e Canneto, al confine tra i comuni di Montecatini Valdicecina e Monteverdi Marittimo. Il soggiorno si sarebbe concluso sabato 28 settembre ma nella sera di lunedì 23 settembre un’ondata di maltempo dalla costa in trasferimento nel Senese ha cambiato la vita degli ospiti tedeschi per sempre. Con l’infuriare della tempesta che ha ingrossato il torrente La Sterza e i suoi piccoli affluenti, si è creato come uno tsunami che ha travolto tutto, portando a valle tronchi d’albero, fango e acqua che hanno accerchiato la costruzione invadendo il piano terra e costringendo la famiglia a rifugiarsi nella stanza al piano rialzato. Solo che, a un certo punto, solo il nonno è rimasto dov’era. Gli altri hanno deciso di andarsene uscendo e cercando di mettere in moto una delle due auto con cui erano arrivati in Toscana. A quel punto, la furia dell’acqua li ha travolti. Padre e mamma del piccolo si sono ritrovati addosso ad alcune grosse piante. Il bambino e la nonna sono stati portati via.
Onda anomala
Da quel momento sono diventati i dispersi di una serata che da queste parti non avevano mai vissuto. L’elicottero dei vigili del fuoco dall’alto e il personale a terra li hanno cercati senza sosta per tutto il giorno. Partendo proprio dal punto del torrente La Sterza più vicino alla casa della tragedia, nel cui giardino scorre un canale chiuso in un grosso tubo su cui, nei prossimi giorni, saranno effettuati accertamenti per definire la dinamica ed eventuali cause oltre alle precipitazioni eccezionali che, tra le 15 e le 18, hanno fatto salire il livello della Sterza al ponte della Grisella, vicino alla confluenza col fiume Cecina, da mezzo metro a sei. «Così, da Canneto che è in collina il corso d’acqua ha portato via qualsiasi cosa, raddrizzandosi, prendendo un corso che non aveva da secoli», racconta l’assessore alla viabilità, David Querci. E quando l’onda anomala è arrivata nella zona del vecchio mulino delle Fontanacce, che dà il nome a questa località, la devastazione è stata totale. Ma, ovviamente, l’impeto non si è fermato. Nei quasi tre chilometri che separano la casa vacanze dal paese della Gabella ogni cosa è stata travolta. E la scena della mattina di martedì 24 settembre, tra i volti scuri di chi ha avuto davvero paura rimanendo sveglio tutta la notte e le operazioni di soccorso nel pieno dell’attività, era letteralmente scioccante. I tronchi d’albero con radici e rami attaccati erano ovunque. I boschi fitti di grosse piante hanno lasciato il posto a fango e detriti come se tutto fosse ormai una zona paludosa. Il bar della Gabella sommerso dalla furia del maltempo. L’area delle feste, dall’altra parte della strada, cancellata con le lamiere dei casottini sparse per centinaia di metri.
Tragedia mai vista
Desolazione, non ci sono altri termini per descrivere quella che, in una zona tranquilla come questa, il fortissimo temporale – annunciato con un’allerta gialla – ha provocato una vera apocalisse nella lingua compresa tra la strada provinciale dei Quattro Comuni e il fiume La Sterza che corrono l’uno a fianco dell’altra per poi incrociarsi in vari punti. E uno di questi è diventato il simbolo di una serata che nessuno potrà mai dimenticare. Il ponte poco distante dalla Gabella, nella mattina di martedì 24 settembre era chiuso. La poltiglia di acqua e terra, ma soprattutto i tantissimi pezzi di alberi giunti fin qui dalle colline formavano una barriera superabile solo con stivali e tanto equilibrio. È qui che Peter Kingabuer, nella sera di lunedì 23 settembre, ha bussato alla porta di Antonella Corbinelli, che abita sulla collina sopra l’attraversamento del corso d’acqua. «Con il traduttore del telefonino abbiamo provato a capirci – dice la donna –. Chiedeva aiuto e poi si è diretto verso il fiume. Aveva la torcia del cellulare accesa per cercare la moglie e il nipotino. Ma è stato inutile. Da queste parti, una furia del genere non si è mai vista. E tragedie del genere non sono mai accadute». La casa sulla collina è stata a lungo senza luce, come moltissime altre abitazioni. Squadre di Terna ed Enel Distribuzione hanno lavorato a lungo per far tornare la situazione alla normalità, almeno sotto questo aspetto. Dieci le famiglie evacuate, durante l’imperversare del maltempo, e che il giorno dopo sono tornate per cominciare a pulire e provare a trovare un motivo per guardare avanti. Distrutta una stalla di mucche che sono portate via con trattori dentro a cassoni enormi.
Film dell’orrore
Il sindaco di Montecatini Valdicecina, Francesco Auriemma, ha parlato di una sera da incubo: «Arrivare qui e vedere persone sopra i tettini delle auto o arrampicate agli alberi è stato un film dell’orrore». Tutti descrivono come un evento mai visto prima quanto accaduto dal pomeriggio alla sera di lunedì 23 settembre. I segni del passaggio dell’ondata di piena sono ovunque. Una vecchia roulotte incastrata tra i rami. Un’auto arrovesciata nel letto del fiume, cancelli abbattuti, pali della luce sdraiati, personale della Protezione civile, del Comune e delle forze dell’ordine al lavoro per aiutare le persone colpite dagli allagamenti. Gli sguardi increduli. Stanchi. E impauriti. Qualcuno rivive le scene della sera prima. Molti pensano ai prossimi giorni quando il maltempo potrebbe tornare a fare danni. Già mercoledì 25 settembre la Toscana sarà, infatti, interessata da un’altra allerta gialla. E, considerato quanto successo nella notte tra lunedì 23 e martedì 24 settembre, le condizioni del territorio potrebbero non essere in grado di attutire altra pioggia abbondante. Ed è un problema anche la viabilità. Almeno tre i ponti su cui dovranno essere effettuati accertamenti dal punto di vista della staticità. L’assessore Querci ha parlato di eventuali chiusure proprio per favorire l’analisi delle strutture ed evitare che si verifichino altri problemi gravi.
Angoscia e volti scuri
Ma tutto questo rischia di passare in secondo piano di fronte alla tragedia che ha distrutto la famiglia tedesca durante la loro vacanza in Toscana a settembre in Toscana. Per tutta la notte e l’intera giornata di martedì 24 settembre, le ricerche dei vigili del fuoco, anche con sommozzatori e droni, sono state accompagnate dal pensiero di tutti. E le ricerche andranno avanti senza sosta fino al ritrovamento dei dispersi, giorno e notter. La povera nonna e il corpicino del piccolo Noah trascinati via dalla piena e finiti chissà dove. Si potrebbero essere fermati tra i campi invasi dalla vegetazione abbattuta dall’acqua del fiume. Oppure nonna e nipotino potrebbero essere stati portati via dal corso d’acqua che va a finire nel Cecina e, successivamente, in mare. La fatica dei ricercatori era visibile nelle maglie inzuppate di sudore. La loro angoscia si notava nei volti ogni volta che cambiavano zona e si fermavano per rinfrescarsi bevendo un po’ d’acqua. Tra loro silenzio e sguardi rivolti verso il basso, pensando al piccolo Noah e a Sabine mentre la sera annunciava un’altra notte che da queste parti è profonda e scura.